28 Maggio 2023
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Nuoro - Marcello Calia è il capogruppo in consiglio comunale del gruppo “Andrea Soddu sindaco”, ad oggi l’unica forza che sostiene la giunta.
Come vanno le cose in maggioranza?
«Mi sembra che tutti siano a conoscenza di quello che sta succedendo, delle tensioni politiche nate dopo la creazione dell’intergruppo che naturalmente è stata uno smacco per le forze di maggioranza e per il sindaco. Non ci aspettavamo che succedesse perché di questioni anche molto importanti se ne parla sempre o in segreteria o nelle riunioni di maggioranza. Anche quando ci sono dei problemi, e i problemi ci sono sempre, se ne deve parlare e si devono esporre senza dover fare conferenze stampa così all’improvviso. Chi si è lamentato faceva parte della nostra maggioranza, ma io dico: vi state lamentando di cose che stiamo facendo insieme. Se non le stiamo facendo, non le stiamo facendo insieme. Non può essere che quando le cose si fanno siamo tutti bravi e quando non si fanno è colpa del sindaco. Sia negli onori che negli oneri siamo tutti quanti responsabili».
La nota di Italia in Comune della scorsa settimana dice che la nascita dell’intergruppo si deve al fatto che il chiarimento richiesto non c’è stato.
«La nascita dell’intergruppo ha messo in crisi la maggioranza e da lì sono nate una serie di interlocuzioni che hanno portato innanzitutto a revocare le deleghe a tre assessori. A quel punto le richieste fatte non erano adeguate al peso di ogni singola forza nonostante ci fossero i presupposti per fare non dico una divisione matematica ma comunque per sistemare le cose».
La città ha avuto l’impressione però che queste frizioni nascano anche da qualcosa di personale che corre tra il sindaco e il presidente dell’assemblea Cocco.
«Questo corrisponde a verità, ma non sono di certo io a doverla spiegare. Di fatto ci sono due persone che hanno ambizioni: il sindaco della città che quindi ha una visibilità regionale mentre il presidente del consiglio magari vuole avere una visibilità anche in procinto dei movimenti politici per le prossime regionali. Ognuno è libero da questo punto di vista di fare la propria carriera politica, non dobbiamo entrare in merito sul fatto che ci possano essere interessi politici superiori anzi è auspicabile che chi ha voglia di fare politica anche a livelli più alti lo faccia. Ma non si doveva mettere in mezzo a quelle che sono le questioni cittadine, siamo stati eletti per governare una città e a questo ci dobbiamo attenere. Noi oggi abbiamo una responsabilità che è questa e che dobbiamo portare a termine: governare e fare tutto quello che possiamo per la città di Nuoro».
Ma proprio da questo punto di vista il fatto che il sindaco abbia scelto di candidarsi alle elezioni Europee, non è stato un po’ un tradimento del mandato che gli elettori del Comune di Nuoro gli hanno affidato?
«Non mi sembra sia stato un tradimento. Ho detto che le ambizioni di ognuno di noi devono essere separate da quello che è il mandato e la responsabilità che abbiamo di condurre, fino a quando ci sarà dato, questo mandato. Il sindaco con la candidatura alle Europee intanto ha provato a misurarsi in termini più ampi rispetto a quello che è il Comune di Nuoro per capire quale poteva essere anche la notorietà oppure il suo consenso a livello regionale. Certo se fosse stato eletto saremmo dovuti tornare a elezioni ma nel contempo avremmo avuto un parlamentare europeo, cosa che oggi magari sarebbe un vantaggio per Nuoro».
Torniamo all’attualità. La maggio- ranza in alcune votazioni si è retta sull’astensione di due esponenti dell’opposizione in Consiglio.
«Sì, certo, questo è un problema. Però dal punto di vista politico amministrativo diciamo che i numeri per adesso ci danno ragione. Noi intanto siamo una coalizione civica, a differenza di qualche gruppo come quello di Italia in Comune che è un partito. Come civici i numeri li cerchiamo e li troviamo là dove le cose che facciamo possono avere un consenso da parte anche della minoranza. Oggi possiamo dire che noi siamo nove consiglieri più il sindaco, più altri due consiglieri del gruppo misto e arriviamo a 12, il presidente del consiglio generalmente non vota quindi si arriva a 13. Poi naturalmente se si aggiungono altre persone la maggioranza è più solida. Nel mandato precedente noi eravamo sempre in 13 a votare tutte le delibere e siamo arrivati alla fine del mandato. Finchè i numeri ci danno ragione abbiamo la responsabilità di andare avanti».
Quali sono le priorità per la conclusione del mandato?
«Sono tante le cose che si stanno facendo, penso al piano per le periferie, la realizzazione di nuovi alloggi popolari e il recupero e l’efficientamento di quelli di Monte Gurtei. C’è poi l’impiantistica sportiva, la riqualificazione del bocciodromo, il recupero dell’ex Esit senza parlare della cultura e dei servizi sociali. Poi c’è tutta la partita dei fondi del Pnrr, stiamo partecipando a tutti i bandi e cercando le risorse per recuperare ad esempio tutti gli istituti scolastici».
Ma ci sono tante opere che aspettano da tempo, pensiamo ad esempio al Centro intermodale che doveva essere già aperto.
«Lì sono nate una serie di problematiche che erano imprevedibili, ci troviamo di fronte a una serie di cose senza dimenticarci che abbiamo fatto un’operazione che nessuno si è mai promesso di fare, quella di ripulire il bilancio comunale e questo grazie alle interlocuzioni portate avanti da Andrea (Soddu ndr). Noi abbiamo recuperato la situazione di un Comune che è stato quasi sempre in disavanzo quindi senza le risorse per potersi permettere neppure di asfaltare un chilometro di strada o di organizzare una festa campestre. Stiamo cercando di recuperare tutti gli insoluti, la riscossione delle imposte che prima era bassissima, nuovi ricambi al personale che è sottodimensionato. Tutto questo avviene in un percorso che cambia da un anno all’altro, stiamo cercando di chiudere tutte queste fallanze che si sono presentate».
Non crede che in questi otto anni sia andato un po’ dilapidandosi il consenso al sindaco e all’amministrazione?
«Io non ho questo sentore, penso sia il contrario. Se siamo stati confermati per una seconda legislatura evidentemente è stato riconosciuto ciò che abbiamo fatto, poi il consenso non può essere sempre lo stesso».
In due parole cosa dite ai vostri ex alleati?
«Io spero che queste tensioni si possano un po’ stemperare, c’è sempre tempo per parlare, per metterci davanti degli obiettivi importanti che tutti ci impegniamo a portare a termine e credo ci siano le condizioni. Non dobbiamo pensare sempre alle prossime elezioni ma all’oggi, a quello che stiamo facendo».