Agli scalpellini senza storia
di Lucia Becchere

19 Novembre 2021

4' di lettura

Unico nel suo genere il libro di Ugo Collu Il marmo dell’altra mano (Ilisso Edizioni) profila la storia umana e artistica dell’artigiano scalpellino Giorgio Angeli che assurge a metafora di tutti gli scalpellini senza storia. La sua avventura nasce nei primi decenni del dopoguerra quando la Versilia si affidava al marmo, il bene più prezioso della sua terra, per riprendersi dalla crisi. Lo scalpellino – il termine racchiude tante specializzazioni (sbozzatore, stuccatore, intagliatore, levigatore, ecc.) – è un artigiano antico quanto la storia dell’arte ma invisibile perché nascosto dietro la mano dell’artista. La sua è sempre stata una vita dura e pericolosa. Quanti caduti sulle montagne bianche! Perfino Michelangelo ha rischiato di rimettere la vita sotto una colonna in discesa dalla montagna. Con voce e tono che sanno di fiaba e di magia, l’autore scava nel profondo dell’anima e della materia, sa tradurre rischi e fatiche dell’operoso alveare di questi uomini, artistidel marmodalle mani callose impastate di sapienza e di maestria. Anche in seguito alla riduzione della manualità operata oggi dai robot, la loro presenza accanto agli scultori resta, in forme diverse, sempre irrinunciabile e questo raffinato lavoro di prof. Collu può essere definito un alto elogio degli scalpellini. La scultura di Giò Pomodoro Frammento di vuoto (2004) riprodotta in copertina e acquistata dall’Amministrazione comunale di Carbonia, sindaco Tore Cherchi, vuole essere un atto di stima di Giorgio Angeli per tutta la Sardegna che vanta molte sculture lavorate nel suo studio. A 20 anni Giorgio inizia il suo apprendistato con la qualifica di scalpellino smodellatore nella prestigiosa azienda marmorea Henraux di Querceta (Pietrasanta) in relazioni commerciali con mezzo mondo, frequentata da artisti come Arp, Mirò, Chagall, Noguchi, Cascella, Pomodoro e animata culturalmente da Erminio Cidonio, fulgido esempio di passione e lungimiranza che rimarrà impresso in modo particolare nel cuore del ragazzo. Amministratore unico dell’Azienda, dalla Henraux lo porterà con sé in Officina, Centro di arti visive da lui creato dove operavano in stretta collaborazione artisti, designer, artigiani e imprenditori. Un’esperienza feconda e illuminante. Alla morte di Cidonio è Isamu Noguchi, figura di alto livello artistico, a incoraggiare Angeli ad aprire uno Studio in proprio e gli si offre come primo scultore cliente.  Collu con stile e eleganza fa parlare i fatti. Giorgio Angeli sboccia dalla storia della Versilia come un arbusto spontaneo in seno a quella popolazione laboriosa che da sempre ha vissuto e sofferto di marmo. Non un libro sugli artisti, ma forse per la prima volta un libro sugli scalpellini. Non la storia della mano dell’artista, ma la storia dell’altramano. Una mano occultata immeritatamente il cui impegno è bagnato di fatica, sudore e sangue. Il numero degli artisti di fama mondiale che hanno lavorato e sognato nello studio Angeli è veramente straordinario. L’autore ricorda Costantino Nivola, il genio di Barbagia che lui conosce bene. Fu Pietro Cascella ad indirizzarlo in quello Studio. Dagli Stati Uniti l’oranese mandava i bozzetti in polistirolo per le sue sculture, d’estate si trasferiva per alcuni mesi a Pietrasanta e le rifiniva con quella sua unica capacità di riempirle di luce. Tutte le sculture di Nivola sono state lavorate nello studio Angeli: quelle del Palazzo del Consiglio regionale, quelle del Museo di Orani che ne porta il nome, quella Grande Madreche con le braccia spalancate accoglie i pazienti nel parco Sanatorio di Nuoro,La Portadi Cascella collocata dal 2000 all’entrata di Nuoro (Quadrivio) è stata realizzata nello studio Angeli e ancora le varie versioni di figure femminili installate di recente nello Spazio Ilisso. L’autore traccia anche un breve profilo di alcuni artisti a lui molto cari: Daniel Couvreur (canadese) e Yasuda Kan il suo amico giapponese, artista fra i più apprezzati al mondo. Interminabile l’elenco delle opere sparse ovunque e degli artisti di diverse nazionalità che, spesso accomunati da chiaro impegno civile, attraverso l’arte condannano gli orrori della guerra e ispirano ideali di pace e di libertà. © riproduzione riservata

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