El Greco (Domínikos Theotokópoulos): Adorazione dei magi, 1570 c. Olio su tela © Accademia Nazionale di San Luca, Roma
Autunno al MAN
Da venerdì 22 Novembre, fino a Marzo 2025 il museo MAN ospiterà quattro nuove mostre
di Antonella Poggiu

29 Ottobre 2024

4' di lettura

Nuoro -
A partire da venerdì 22 Novembre, fino a Marzo 2025 il museo MAN ospiterà quattro nuove mostre, fra linguaggi sperimentali e maestri del passato,
mondo naturale e Rinascimento.

EL GRECO
Dialogo tra due capolavori

l museo MAN propone, per Natale 2024, un nuovo progetto inedito dedicato al dialogo fra due capolavori di El Greco, al secolo Domínikos Theotokópoulos (1541-1614), celebre maestro del Siglo de Oro(il secolo dell’oro), noto per l’esasperazione delle sue forme allungate nello spazio, i toni luminescenti del colore, il forte ritmo delle linee e del gesto sulla tela. Definito il “Delacroix del Rinascimento”, “il Nabi delle belle icone”, amato da Cézanne e da Picasso, El Greco è uno fra i massimi rappresentanti della pittura europea del tardo rinascimento.

Nato a Creta nella prima metà del Cinquecento, all’epoca parte della Repubblica di Venezia, terminò la sua vita a Toledo e sarà proprio nella città Spagnola che sviluppò il suo concitato linguaggio pittorico, fatto di bagliori improvvisi, torsioni audaci dei corpi liquidi, che conferiscono alle figure una acuta manifestazione dei loro sentimenti e dei moti dell’animo.

Il MAN, grazie a un accordo di collaborazione con l’Accademia Nazionale di San Luca a Roma, presenta per l’occasione il ritrovamento di un capolavoro di El Greco, L’Adorazione dei Magi, rimasta per secoli ignota alle cronache e restituita solo di recente alla paternità del genio cretese.

Adorazione dei Magi, 1570 c., Accademia Nazionale di San Luca, Roma
Salvator Mundi, 1608-1614, olio su tela, 73×55,5 cm, Musei Civici di Reggio Emilia


Dopo il successo della mostra “Diorama. Generation Earth”, progetto inedito dedicato a temi di grande attualità come la crisi ambientale globale, il nostro rapporto con le altre specie viventi, il rispetto delle risorse, il museo MAN di Nuoro invita tre artisti a sviluppare una narrazione personale, condotta attraverso il filtro poetico dell’arte, del mondo naturale, delle sue metamorfosi, della sua resistenza sullo sfondo della transizione ecologica che sta animando il dibattito internazionale.

Christiane Löhr
Christiane Löhr, (Wiesbaden, Germania, 1965) toscana d’adozione, presenta al MAN un’ampia installazione di sculture, dedicate alla natura e alla sua complessità. 

Sculture fatte di steli, baccelli o crini di cavallo, le mani di Christiane Löhr issano nello spazio sottili strutture arboree, edificano paesaggi minimi. A nuove forme astratte per piccoli templi silvestri si aggiunge, per l’occasione, un omaggio alla Sardegna, che vede l’autrice presentare piccoli accumuli di chicchi o sementi, a evocare torri e costruzioni nuragiche.

Una Szeemann
Una Szeemann (Locarno, CH, 1975), ha completato gli studi di recitazione a Milano. Le sue opere sono state esposte in numerose mostre internazionali, alla Biennale di Venezia a quella di Lione e tante altre.

Il magico e la mitologia, la tradizione classica e la cultura arcaica si mescolano nella ricerca dell’artista svizzera che sperimenta materiali dal valore fortemente espressivo dalle sfumature epiche. 

Il progetto per il MAN si presenta connesso al territorio della Sardegna, alle sue asperità, alla leggenda delle Janas e alla persistenza archeologica nel paesaggio, laddove la natura stessa pare talora fossilizzarsi, mimetizzarsi con le pietre e con le creste del Supramonte.

Alessandro Biggio
Alessandro Biggio (Cagliari, 1975) si dedica oggi alla ricerca estetica, le sue sculture, installazioni e monotipi sono sempre frutto di stratificazioni di gesti e di fasi il cui risultato finale rappresenta un possibile momento di equilibrio, tra governo e perdita di controllo, disfacimento e forma.

Con il progetto inedito Filira, l’artista cagliaritano presenta un ciclo di nuove opere in una mostra personale concepita come un unico lavoro, un ambiente totale dove tele e sculture sono connesse fra loro in una visione d’insieme organica ma unitaria. 

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