10 Gennaio 2023
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Nuoro - Nuoro – Il primo Presepe della storia moderna venne realizzato nel 1223 da San Francesco d’Assisi che, tornato dalla Terra Santa, volle mettere in scena la natività presso un paesino che tanto gli ricordava Betlemme. Da allora la venuta di Gesù in mezzo agli uomini rivive ogni volta negli innumerevoli presepi che vengono allestiti in ogni spazio del mondo. Quest’anno, ad opera della Caritas Diocesana, un originalissimo Presepio accompagnerà le festività di chi vive e lavora all’interno del carcere di Badu ‘e Carros. L’opera è stata realizzata dai detenuti della 5^ Sezione di Alta sicurezza guidati da alcuni volontari che ne hanno seguito il certosino lavoro per oltre un mese. Il prezioso contributo dei volontari della Caritas di Nuoro ha permesso agli ospiti del carcere di esprimere tutto il loro spirito artistico. Hanno disegnato lo sfondo che raffigura il Nuraghe di Santa Sabina, sistemato la grotta di Betlemme in un tipico “pinnettu” delle nostre montagne, ricreato in miniatura il Pozzo sacro de “Su Tempiesu”, realizzato le statuette in perfetto costume sardo. Su uno spazio di oltre 10 metri quadri sono state posate circa 35 statuette di stoffa alte 30 centimetri, le casette in legno, il pozzo, l’immancabile fonte che regala un tocco magico all’intera creazione e l’Arcangelo Gabriele che protegge la capanna e ci ricorda l’amore di Dio. Il tutto contornato dai tipici prodotti delle montagne e delle campagne sarde: le “taschedde” dei pastori, l’arrosto dei porcetti, i pani ed i dolci tradizionali. Insomma quest’anno Gesù Bambino nascerà nel borgo antico di Badu e carros. «Sono stati infaticabili – racconta emozionato Gianni Ticca – ogni giorno si iniziava alle 9 e si terminava alle 11.30. Noi andavamo via ma gli amici che dovevano restare, dopo una breve pausa per il pasto, riprendevano a lavorare da soli fino alle 15. Sono encomiabili per il loro impegno, la precisione, la passione, l’interesse e il desiderio di regalare a tutta la comunità penitenziaria nuorese un momento di gioia e di riflessione profonda».
L’originalissima creazione è stata ispirata dal progetto “Presepi nelle carceri italiane” promosso dall’Ispettorato Generale dei Cappellani che ha invitato gli Istituti ad allestire in tutte le realtà le sacre rappresentazioni. «Ogni anno a Nuoro è stato fatto il Presepe – dice Donatella Steri, l’educatrice che ha coordinato il progetto locale -, ma questa volta abbiamo voluto dare un tocco particolare volendo raccontare un pezzo della nostra cultura. La cosa più bella è che la maggior parte dei realizzatori non sono sardi e quindi hanno dovuto approfondire la conoscenza delle tradizioni popolari studiando su documenti che abbiamo messo a disposizione». A Badu ‘e Carros si sogna e non si nasconde il desiderio di poter vincere il primo premio. Se questo dovesse accadere il Presepe in stile sardo sarà donato a Papa Francesco. Un risultato che premierebbe tutti coloro che hanno creduto e hanno dato corpo a questa felice idea. Ad iniziare dalla direttrice Patrizia Incollu che ha favorito senza riserve che il Natale a Badu ‘e Carros avesse un sapore dolce, con i colori della tradizione e la rappresentazione dei più profondi valori cristiani testimoniati quotidianamente, all’interno dell’istituto nuorese, dal cappellano don Gianpaolo Muresu. Il principio costituzionale “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso d’umanità e devono tendere alla rieducazione” quindi può essere realizzato anche attraverso un Presepe di Natale. Il Natale che ci ricorda “quel Bambinello” venuto al mondo per ognuno di noi, per portarci la speranza, la luce che illumina, l’atmosfera della rinascita. (Gio. Mus.)