Antonello Mattu, Cristoforo Coccollone, Maurizio Mulliri
Buone pratiche made in Barbagia
Settimana sociale dei cattolici italiani. Il consorzio di agricoltori che ha base a Fonni
di Luca Mele

7 Luglio 2024

4' di lettura

Insieme ai delegati degli uffici per la pastorale sociale e del lavoro delle diocesi di Nuoro e di Lanusei, parteciperà alla 50a Settimana sociale dei cattolici in Italia Cristoforo Coccollone, imprenditore fonnese, chiamato a presentare la sua «buona pratica» e testimoniare l’impegno del suo Consorzio nel favorire la partecipazione economica e politica dei lavoratori e di tutti i cittadini. Le Buone pratiche, come spiegato nei numeri precedenti del nostro settimanale, caratterizzeranno l’evento che si svolgerà a Triste dal 3 al 7 luglio e «sono iniziative ideate, promosse e concretizzate da realtà di impegno sociale, gruppi e associazioni, ma anche da istituzioni, imprese, pubbliche amministrazioni… che si impegnano nella cura di un bene comune», rinsaldando i legami, valorizzando il ruolo delle persone, rispettando il creato e rendendo viva e concreta la democrazia.

È proprio Coccollone a parlare del progetto, insieme ai soci Maurizio Mulliri, a cui se ne riconosce la paternità, e Antonello Mattu.

Come è nato il Consorzio?
«Siamo un gruppo di agricoltori che ha deciso di mettere insieme le forze e affrontare meglio le nuove esigenze del mercato, prima come rete di imprese e sette anni fa in modo consorziato. Ci sono dietro la lungimirante consapevolezza e la coraggiosa volontà di trasmettere un’idea diversa di agricoltura, più professionale ed ecosostenibile, in collaborazione con la Cooperativa produttori di Arborea».

Quanti sono i soci e in che modo si esprimono le strategie e gli investimenti?
«Siamo quattordici agricoltori e anno per anno concordiamo le piantagioni e calendarizziamo le semine al fine di garantire continuità e quantità nella commercializzazione. Nel primo periodo abbiamo tentato di proporci nella grande distribuzione, sempre in Sardegna, ma se il fatturato poteva essere importante, non lo era altrettanto il guadagno. È stato necessario virare verso un mercato di prossimità, a servizio di clienti locali e con la vendita diretta in piazza». 

Condividete il pensiero secondo cui nel nostro territorio questo proposito sia una novità?
«In parte sì, perché riconosciamo le resistenze o i dubbi nell’unire le capacità e risorse. Fonni appariva marginale, come l’intera Sardegna, nella produzione e compravendita di un certo livello; investire attraverso un cambiamento del sistema per raggiungere il massimo potenziale ci fa credere nella possibile concorrenza con le grandi aziende nazionali di mangimi, latte, carne, frutta e verdura, fino all’eventuale costituzione di un grande e unico consorzio dei prodotti dell’Isola».

Comunque, voi punterete più sulla qualità che sulla quantità.
«Assolutamente sì, parliamo di allevamenti e coltivazioni biologici, coerenti con le ultime direttive europee e prima ancora fedeli a un patrimonio culturale e identitario trasmesso dai nostri avi, per i quali dobbiamo accettare un compromesso tra resa e richiesta, rinunciando ai grandi numeri. Contro ogni aggressione del terreno e sfruttamento degli animali, il rispetto di dell’ecosistema e degli equilibri naturali è per noi garanzia di un prodotto genuino e sano che mette in moto l’economia!».

Come «l’economia»? Avete appena confermato che i guadagni non potranno essere quelli delle grosse aziende…
«È una considerazione sulla politica economica a livello globale e basata sull’etica: per ottenere grandi quantità bisogna ricorrere alla chimica e questa, dannosa per l’uomo consumatore, si tradurrà poi in una spesa sanitaria per garantire la salute dei cittadini. Alla speculazione industriale, che porta inevitabilmente un effetto boomerang, noi preferiamo un intervento non invasivo capace di conservare gli equilibri della natura! Per ogni tot di ettari coltivati, se ne conservano altrettanti intonsi perché la terra stessa produce i propri competitor: non sono necessari farmaci o antiparassitari poiché spontaneamente si presentano animali e insetti che difendono la pianta dai suoi nemici. Così la ciclicità delle piantagioni permette al suolo di rigenerarsi e la riduzione dei patogeni; e le strutture che proteggono dal troppo sole o dalla eccessiva acqua sono facilmente amovibili, quali coperture e i materiali per la pacciamatura».

L’altra ricchezza è quella di lavorare insieme, giusto?
«Certo! Amicizia e cooperazione sono il guadagno più prezioso».


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