Nuoro - Domenica 14 aprile, in occasione della Giornata nazionale per la donazione di organi e tessuti si è tenuto anche a Nuoro un momento di sensibilizzazione a cura dell’Associazione trapiantati Sardegna odv in collaborazione con il coordinamento locale prelievi e trapianti dell’ospedale San Francesco.

Il punto con la dottoressa Pierina Ticca.

Dottoressa il lavoro che si sta facendo sta dando risultati?
«Assolutamente sì. Il lavoro che stiamo facendo a livello di popolazione, quindi educazione nelle scuole che stiamo portando avanti insieme all’Associazione Trapiantati della Sardegna e la posa della pietra in memoria dei donatori ha fatto sì che la cultura del dono si sia diffusa in maniera importante nella provincia di Nuoro. L’attività al San Francesco quest’anno sta andando molto bene. Abbiamo accertato sette pazienti che potevano diventare potenziali donatori e abbiamo avuto soltanto due opposizioni. Tra l’altro alcuni di questi pazienti che sono diventati donatori avevano espresso in vita la volontà di donare gli organi proprio al momento del rinnovo della Carta d’identità. Questo significa che proprio esprimersi al momento anche del rinnovo della Carta o del rilascio offre a ciascuno di noi l’opportunità di scegliere in vita se diventare donatori o meno senza relegare ai familiari al momento della morte questa scelta che deve essere fatta in un momento molto doloroso».

Le liste d’attesa confermano che c’è ancora comunque da lavorare.
«Sì, la cultura del dono deve essere ancora diffusa perché comunque il numero delle opposizioni anche a livello nazionale è parecchio alto, la stima è intorno al 30-33 % e la Sardegna nel 2023 si è allineata con questi dati nazionali, quindi bisogna ancora fare tanto e continuare a lavorare in questo senso per poter garantire la vita a quanti sono in lista d’attesa che superano il 30% del fabbisogno nazionale».