Dai Paesi - Orgosolo
La preghiera del parroco don Salvatore Goddi davanti alla stele. In basso: l’opera
Contro i femminicidi il ricordo della Beata Antonia
di Redazione

7 Dicembre 2023

3' di lettura

Orgosolo - Una giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne nel ricordo di Antonia Mesina. Questa la proposta dell’amministrazione comunale di Orgosolo che il 2 dicembre scorso ha coinvolto la cittadinanza in un evento vicino alle manifestazioni suggerite in tutta Italia, ma con l’originale accostamento alla figura della loro martire. «Antonia è stata di fatto uccisa dalla rabbia chi non ha potuto possederla», ha affermato l’assessore alla cultura e vice sindaco Peppino Rubanu, facendo eco a quando disse recentemente il Vescovo Antonello Mura in occasione delle celebrazioni per il centenario dalla nascita della beata. 

L’appuntamento ha avuto inizio con la celebrazione eucaristica delle 10 nel ricordo della Beata perché «tra i concittadini la sua figura è preziosa specialmente in riferimento alla sua testimonianza cristiana», ha dichiarato Rubanu; e si è pregato per tutte le donne vittime della violenza, tra cui la compaesana Maria Pina Menneas, vittima di femminicidio nel 1995. Quanto fosse significativo aprire la giornata con la Messa lo dimostra il fatto che è stato necessario rinviare questo momento al sabato successivo al 25 novembre, in virtù del Convegno ecclesiale diocesano tenutosi a Orosei dove hanno partecipato ovviamente i parroci. 

Il lavoro di sensibilizzazione nella programmazione di tale ricorrenza è iniziato dall’estate scorsa, in accoglimento della generosità del dorgalese Angelo Serra, titolare dell’azienda Sassi di Tiscali, con e per la quale ogni anno desidera regalare un’opera destinata alle realtà del territorio e il cui significato prenda ispirazione dai temi di grande attualità. Beneficiario dell’arte e del messaggio sociale è stavolta il paese di Orgosolo che ha ricevuto una stele raffigurante il volto della beata, arricchito da motivi floreali (sos lizzos tipici dell’abito tradizionale) e alcune frasi tratte da famosi componimenti. Insieme a questi versi, le poesie di Chicchissu Mereu e altri brani letti e interpretati da una rappresentante della Leva ’94 e dalla compagnia teatrale Cannasas. «Il bassorilievo è stato collocato all’ingresso del paese, al posto della precedente statua, quest’ultima posizionata lungo il percorso verso il luogo del martirio di Antonia Mesina – ha spiegato ancora il vice sindaco –. Accanto alla scultura, una targa offerta dall’associazione Fidapa (Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari) con il numero verde istituito a favore delle donne per denunciare violenze e abusi, e una panchina rossa donata sempre dai giovani della Leva ’94 sulla quale è stata posta una scritta con impressa ancora una poesia dedicata a tutte le donne vittime di violenza: «Dae cust’orgolesa residenzia / sa oghe che l’intendat dae su mundu / Mai pius in su globo tundu / fettan’a sas feminas violenzia». 

Ospiti speciali i ragazzi frequentanti la terza media, già coinvolti in progetti di educazione e formazione in collaborazione con il Commissariato di Polizia operante nel centro barbaricino.

La giornata si è conclusa con un momento di fraternità offerto dal Comitato della Beata Antonia Mesina e dai fedales del 1964, ovvero i coetanei di Maria Pina Menneas.

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