12 Giugno 2023
4' di lettura
Nuoro - La sensibilità ambientale o, per usare una espressione cara a Francesco, la cura per la Casa comune, ha fatto breccia nei cuori delle nuove generazioni. Al di là di più o meno condivisibili manifestazioni sono proprio i giovani a rappresentare la “prima linea” nella battaglia per la difesa del creato. E lo fanno a partire dalle cose più semplici come tenere pulita la propria città. L’esempio più vicino è quello dell’associazione Plastic Free, attiva anche a Nuoro, di cui è referente Veronica Canu, ventitreenne. «Ho conosciuto l’associazione – racconta – attraverso i social network nel 2020, quando era nata solo da un anno. Vedendo le immagini dei volontari riuniti e dei loro “bottini” ottenuti dalle raccolte rifiuti ho realizzato che anche io desideravo lo stesso per la città di Nuoro; vedere la coesione che si forma tra i volontari è infatti uno dei tratti che preferisco degli eventi Plastic Free. Dopo poco tempo dall’iscrizione ho conosciuto Nanni Capra, che subito ha mostrato disponibilità e mi aiuta durante gli eventi. Il mio ruolo come referente – spiega Veronica – è quello di sensibilizzare i cittadini sul tema delle plastiche e sui danni che l’abbandono causi, attraverso incontri nelle scuole ed eventi di raccolta, che a mio avviso sono molto impattanti e permettono di capire veramente la gravità del problema. Attraverso la sensibilizzazione – prosegue – sento di aver creato una solida rete sociale che si espande ogni mese, portando ad ogni evento dei nuovi volontari. La bellezza di questo ruolo sta nel vedere come l’unione faccia la forza, e come insieme sia possibile ottenere grandi risultati».
In questi anni diversi sono stati gli eventi in città e in provincia. A Orosei, presso la spiaggia su Barone, hanno collaborato i bambini della ludoteca Sunny Smile. A Nuoro il primo obiettivo è stato il monte Ortobene: «È il simbolo della nostra città – dice Veronica -, nasconde però tristi discariche a cielo aperto. Sono stati tre, ad oggi, gli eventi al monte, e hanno visto la partecipazione di gruppi quali Ceas, protezione civile Nuoro ed Icaro, un progetto che accompagna i detenuti della casa circondariale di Mamone ad eventi socialmente utili».
Un secondo sito di interesse è la periferia di Città giardino, divorata dalle fiamme due estati fa: «Ho ad oggi organizzato due eventi – racconta ancora – uno di pulizia con il gruppo “ragazzi di strada” ed un secondo con gli studenti dell’istituto “Volta” in cui abbiamo piantumato 20 alberi per ripristinare la zona. L’istituto “Volta” è stato inoltre coinvolto in un progetto di raccolta rifiuti nel parco di Tanca Manna. Gli ultimi due eventi sono stati nella zona della Solitudine, verso via Lollove, e presso la lottizzazione C11: in questo caso hanno partecipato il sindacato della Polizia, il gruppo Nugoro Hip Hop Jam e la classe prima dell’istituto di formazione parrucchieri di Pratosardo, associazione Crfpa».
Nonostante tutto Veronica pensa che Nuoro sia una città abbastanza pulita grazie all’efficienza della “è-comune” ma anche grazie ai cittadini: «Vedo un buon livello di senso civico in generale ma – aggiunge – il problema delle discariche a cielo aperto esiste, quindi è evidente che non tutte le persone abbiano un uguale premura. Consiglierei di utilizzare il servizio degli ecocentri che funziona e raccoglie rifiuti di ogni tipo, dagli elettrodomestici ai pneumatici».
Quanto alle periferie o alle campagne punteggiate qua e là di rifiuti abbandonati «la problematica è vecchia – sostiene Veronica Canu – e a dimostrarlo sono le etichette ancora chiaramente visibili nei prodotti che raccogliamo; lattine di bibite degli anni ’80, bambole con il logo usato dai produttori negli anni ’90, audiocassette, video registratori e così via. Una stratificazione di rifiuti che si conserva nel tempo. Purtroppo basta una sola persona a svuotare un camion di rifiuti ma poi ne servono molte per raccogliere i pezzi di ciò che rimane».