28 Gennaio 2021
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Come tanti giovani ormai anche io non esco più come prima e passo la maggior parte della giornata a casa. Tutti i giorni la solita routine, sveglia presto per la didattica a distanza al pomeriggio un po’ di play station, qualche ora per lo studio e ogni tanto una passeggiata alternata ad una visita all’oratorio dei Salesiani. Questo ormai è quello che rimane a noi giovani dato che attività come lo sport sono state ormai interrotte da vari mesi. Quello che questa esperienza può aver insegnato è il valore vero che hanno un abbraccio, ma anche una semplice chiacchierata al bar con gli amici senza mascherine ormai diventate fondamentali. Nonostante tutto ho continuato il mio percorso di formazione, anche se online, come animatore all’interno del movimento giovanile salesiano e diocesano in cui si sta già progettando con varie équipe qualcosa per i ragazzi nella speranza di una situazione migliore. Il tema principale è quello del sogno collegato anche alla missione che ognuno di noi ha e svolge nella propria realtà. Enrico Cocco
Per i giovani è un tempo “triste”, nonostante la loro perenne esuberanza. Stanno soffrendo isolamento, solitudine, disorientamento aggiunto a quello che la loro età già comporta. Da educatori vediamo reazioni diverse. I bambini un po’ inconsapevolmente stentano un’apparente serenità ma in effetti vivono fortemente il clima familiare talvolta di paura e di restrizioni esagerate. Gli adolescenti un po’ più liberamente riescono a socializzare trovando il tempo e il modo per uscire e stare insieme. Certo è che i continui contagi stanno penalizzando fortemente lo svolgersi della vita di un giovane che ha bisogno di applicarsi anche in attività che non siano solo quelle prettamente scolastiche. Questo perdurare di “chiusure” soprattutto delle attività ludicoricreative sta incidendo fortemente sull’umore dei ragazzi. Sono più spenti, tristi, hanno meno voglia, talvolta calano le motivazioni anche allo studio che sta diventando per alcuni un peso enorme, privo di una vera relazione umana, fondamentale nell’approccio educativo che mira a far emergere tutto il buono, il bello, capacità, abilità e attitudini che ogni ragazzo porta in sé. Ai giovani manca lo sport, il fare qualcosa insieme, parlare, giocare, cantare e anche perdere tempo insieme, senza parlare di quanto stanno soffrendo soprattutto quelli più fragili. L’oratorio non ha mai smesso di pensarli anche a distanza, di contattarli, di organizzare nei limiti delle possibilità dei vari decreti, incontri e piccole attività. Tra ottobre e novembre le restrizioni sono state più forti e hanno imposto una maggiore attenzione. Con cautela e un’attenta organizzazione l’oratorio ha però potuto avviare la catechesi e i gruppi formativi oratoriani, tralasciando le attività sportive più da contatto. Abbiamo vissuto tutti insieme la Novena di Natale che ha visto bambini e giovani protagonisti dell’attesa di Gesù non solo tanti anni fa ma proprio oggi nella nostra situazione. Hanno preparato presepe e addobbi natalizi. A piccoli gruppi, con le dovute distanze e tutte le precauzioni che conosciamo l’oratorio ha comunque accolto, soprattutto nel periodo natalizio i ragazzi per le attività socio-educative e i momenti di spiritualità. Ora si sta programmando, in vista di una ripresa più continuativa, l’attivazione delle altre consuete attività oratoriane. L’attenzione è differenziare i tempi, i gruppi e perseverare nell’allestimento degli spazi con creatività e passione. Ci stiamo serenamente adattando a questo cambio di vita pensando che è meglio essere prudenti. Come oratorio abbiamo fatto già dopo il primo lockdown la scelta dei piccoli numeri e grazie agli spazi a disposizione e ad educatori e animatori motivati stiamo portando avanti – se non nella quantità ma nella qualità sì – proposte adatte ai ragazzi che li aiutino ad affrontare nel miglior modo possibile questa pandemia che speriamo non si prolunghi ancora troppo. Sappiamo dalla storia che i momenti difficili in tutti i tempi hanno messo alla prova ma poi hanno reso più forti e maturi, crediamo che noi adulti dobbiamo sostenere molto i più giovani e impegnarci ora più di sempre a dare loro il meglio. Antonella Cangiano Oratorio Salesiano Nuoro