5 Luglio 2022
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Donigala Fenughedu - Lunedì 27 giugno i cappellani delle carceri della Sardegna si sono riuniti a Donigala Fenughedu per l’assemblea regionale. La loro presenza ha permesso di avere un quadro complessivo dell’esperienza di dieci carceri dove la presenza della Chiesa è sempre attiva: Uta (Ca), Quartucciu (minorile), Is Arenas, Massama (Or), Isili, Nuoro, Lanusei, Mamone, Alghero, Tempio, Sassari.
Dopo la preghiera iniziale e il saluto dell’Ispettore Generale don Raffaele Grimaldi, i cappellani si sono confrontati sulla situazione delle rispettive carceri. La sintesi della situazione delle carceri si può sintetizzare con le problematiche emerse, sottolineate anche dalla lettera aperta del Cappellano di Sassari alla ministra Cartabia nella visita alle carceri di Sassari e Cagliari: mancanza di direttori delle carceri. Ogni direttore detiene la responsabilità di almeno due carceri, assenza di Comandanti effettivi, mancanza di educatori, problematicità della tipologia dei detenuti: tossicodipendenti, immigrati, casi psichiatrici, con la chiusura dei manicomi e degli OPG (ospedali psichiatrici giudiziari), estreme povertà che finiscono in carcere per disperazione. Inoltre si è messa in evidenza la difficoltà per i volontari di operare per mancanza del personale di polizia Penitenziaria che assicuri e tuteli la loro incolumità, e la necessità di formazione prima dell’ingresso in carcere. Si è riflettuto sulla necessità che ogni Diocesi attivi l’ufficio di Pastorale Penitenziaria come segno di carità fondamentale in modo da sensibilizzare le varie parrocchie. Il numero dei detenuti nelle 10 carceri sarde è di circa 2017. Ci sono inoltre 8 comunità d’accoglienza per le misure alternative (affidamento, detenzione domiciliare, permessi premio, semilibertà) molte delle quali gestite dalle Diocesi con i contributi regionali.
Il servizio si è svolge in raccordo con la pastorale nazionale dei cappellani che è composta da un Ispettore Generale e dai delegati delle regioni italiane, che fanno parte del consiglio nazionale pastorale dei cappellani delle carceri d’Italia. Ogni regione ha un consiglio regionale coordinato da un cappellano eletto dai confratelli in maniera democratica. Nel corso dell’incontro regionale è stato eletto come nuovo delegato regionale per la Sardegna don Gaetano Galia, cappellano del carcere di Sassari, direttore dell’ufficio di Pastorale penitenziaria della Diocesi di Sassari e direttore della comunità d’accoglienza per detenuti “Don Graziano Muntoni”. È stato espresso un vivo ringraziamento a don Giampaolo Muresu, cappellano del carcere di Nuoro, che per ben 15 anni ha svolto il servizio di delegato regionale.
Don Gaetano Galia, dopo l’elezione ha ricordato le parole del Vangelo di Matteo in cui Gesù avverte che chi vuole essere il più grande sia il servitore e chi vuole essere il primo sia il servo di tutti. “Credo che ogni incarico di coordinamento nella Chiesa – ha detto – dovrebbe partire da questo insegnamento evangelico. Ringrazio i cappellani per la fiducia concessami. Spero di poter dare il mio piccolo contributo per coordinarci e lavorare insieme come fratelli. Ma soprattutto per dar voce ai nostri fratelli detenuti che spesso non hanno voce. Un grazie particolare al servizio svolto da don Giampaolo, sempre disponibile e sensibile nel dar voce ai fratelli detenuti”.