Orune - Il prossimo 5 agosto don Virgilio Sanna tornerà ad Orune per celebrare i 70 anni di sacerdozio nella stessa chiesa della sua prima Messa del 1952. A condividere il suo canto di ringraziamento il fratello monsignor Ignazio, arcivescovo emerito di Oristano, il nipote don Santino Cimino, confratelli di Orune e di varie sedi, e la comunità locale.

Il primo ricordo indelebile che ho di lui, ancora chierico in vacanze, è l’iniziativa di radunare un gruppo di noi bambini nel coro, dietro l’altare maggiore, per un momento di catechesi. Quell’angolo gli era familiare fin da piccolo perché era il regno del babbo e di alcuni cantori che stabilmente accompagnavano le funzioni sacre. Il giorno più memorabile è legato al racconto della eroica avventura di Padre Massimiliano Kolbe. Raccolsi un insegnamento prezioso: la fede è narrazione prima che dottrina. Dal seminario di Cuglieri continuava poi ad accompagnaci con delle letterine.

Da lui ricevetti il testimone del cammino vocazionale: io ero al primo anno di seminario e lui all’ultimo. Non potei partecipare alla sua Prima Messa perché ero in campeggio con i seminaristi, ma 12 anni dopo lo invitai a preparare la comunità di Orune alla mia prima Messa.

Interessanti alcuni primati di don Virgilio. Con i suoi 95 anni è il sacerdote più anziano del presbiterio nuorese. Non penso che sia secondo a nessuno per vivacità di memoria, capacità di raccontare, eleganza nello scrivere. Non so perché abbia snobbato gli inviti sinceri anche pressanti a fissare nello scritto ricordi del ‘900 religioso e sociale di Orune: un patrimonio che rischia di cadere nell’oblio e che nessuno meglio di lui può salvare.

Nessun sacerdote del nostro presbiterio può esibire una così vasta pratica nei frequenti trasferimenti nelle varie parrocchie per espletare la sua missione pastorale. Un elenco di tutto rispetto in ordine cronologico: Bitti, Collegio vescovile, Orgosolo, Ollolai, Loculi, Galtell. Orune, Università di Bologna per studi umanistici, Mamoiada, Onanì, Ospedale San Francesco, Lollove, Orotelli Spirito Santo, Gorofai, Sos Alinos. La stampa diocesana e regionale ha raccolto testimonianze, cronache e interviste che fissano il cammino di evangelizzatore e di pastore. Qualche anno fa ha ricevuto il titolo di monsignore, ma nello stile della sua semplicità l’ha subito archiviato.

Ha amato sempre la Chiesa, anche quando l’ha fatto soffrire. La freschezza del suo zelo apostolico non ha conosciuto contestazioni o recriminazioni, tanto meno stanchezza nella sua attività pastorale.
Ora, nel suo eremo di Budoni accoglie nella preghiera il tramonto di ogni giorno e guarda verso l’ultimo, aiutato dalle buone condizioni di salute e sempre disponibile ad ascoltare e a servire la Chiesa.