L'attentato al Municipio di Ottana (photo by Prefettura Nuoro)
Dopo l’incontro con i cento sindaci, collaborazione e fiducia
di Franco Pisanu

28 Marzo 2024

4' di lettura

Nuoro - Al termine dell’incontro del 25 marzo, le voci di alcuni dei sindaci presenti e del prefetto Giancarlo Dionisi che ha convocato questo appuntamento all’indomani dell’attentato dinamitardo al Municipio di Ottana.

Salvatore Lai, Gavoi. «Siamo entrati con la consapevolezza che dovevamo costruire un tassello di collaborazione forte, già in atto peraltro, con quello che diciamo in Nuorese sa zustissia e con tutti i sindaci, cosa che già era iniziata a Ottana. Questo è avvenuto con l’impegno di entrambe le componenti, tutte le componenti, a rafforzare il loro rapporto di collaborazione, ma allo stesso tempo la consapevolezzache bisogna aprire in Sardegna una fase nuova per lo sviluppo di questi territori». 

Davide Boneddu, Oniferi. «Noi chiediamo innanzitutto che ci sia una considerazione delle nostre comunità, perché al diritto alla sicurezza, non soltanto al dovere alla sicurezza, evidentemente tutti facciamo un richiamo, ma allo stesso tempo e contestualmente riteniamo che i servizi pubblici dell’istruzione, dei trasporti e della sanità abbiano un peso specifico, che tutte le nostre comunità non debbano essere danneggiate». Ma questa recrudescenza, questa rinascita della violenza contro le istituzioni che sta arrivando dopo i famigerati tre anni Covid, è legata a mancanza di risposte da parte dell’amministrazione pubblica nei confronti dei cittadini o è semplicemente un risveglio di una violenza cieca e indistinta? «Guardate, io preferisco valorizzare la reazione che ha avuto la mia comunità ed è stata obiettivamente una reazione molto importante da un punto di vista umano e da un punto di vista anche sociale. Ovviamente chi ha delle responsabilità ne risponderà individualmente, non sarà una questione che riguarda tutta la comunità che invece ha dimostrato di avere una grande sensibilità ritenendosi contraria rispetto all’accaduto».

Franco Saba, Ottana. «Ci si vede e ci si confronta anche dei piccoli segnali che ci possono essere all’interno delle nostre amministrazioni poi naturalmente tutta la questione legata agli attentati la si risolve non solo con un salto culturale ma rafforzando i sistemi di video sorveglianza, rafforzando i punti strategici delle forze dell’ordine, tutta quella intelligence che serve per acchiappare almeno i responsabili, perché una volta presi i responsabili si pensa anche che non tutto passa inosservato».

Davide Burchi, Lanusei. «Un bel segnale dato dal prefetto di Nuoro. C’erano appunto i 100 sindaci, qualcuno in presenza, altri dal remoto, che hanno voluto dare un segnale non solo di solidarietà e di vicinanza, ma anche un segnale di reazione a quello che è successo, non solo a me ma anche ai colleghi di Ottana e di Oniferi, Davide e Franco, che certamente è il segnale inizio di un percorso, non è sufficiente ovviamente una sola riunione, però è un bel segnale che diamo a tutta la società, la parte positiva, siamo a favore della legalità e vogliamo giocare la partita dalla parte giusta tutti insieme. Io credo che questo possa essere utile, ripeto, non solo in una riunione, però possiamo fare tanto e abbiamo tutta la volontà di farlo». 

Prefetto Dionisi, cento sindaci riuniti per dire no alla violenza non si erano mai visti, sebbene in passato questo territorio abbia dovuto vedere purtroppo moltissimi episodi di intimidazione. Dove dobbiamo arrivare con questa superconvocazione? «Semplicemente era il momento di fare un po’ il punto della situazione, confrontarci con gli amministratori locali, capire che cosa possiamo fare di più e di meglio per rafforzare la sicurezza sia come difesa, diciamo così, dal crimine, ma sicurezza anche come sicurezza sociale, quindi il benessere di tutti i cittadini, tranquillità sociale. E da questo confronto è nata la voglia di collaborare sempre di più tra le istituzioni, le forze di polizia e i primi cittadini che hanno assicurato anche di farsi portavoce presso le loro comunità per favorire appunto questa collaborazione, abbandonare quella diffidenza tipicamente sarda, consentitemelo, e poter arrivare a una piena collaborazione aperta e fiduciaria con le forze di polizia».

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