15 Aprile 2023
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Il titolo del disco, Tough Future, Elias Lapia, siniscolese classe 1995, lo ha concepito pensando a quanto sia difficile (Futuro difficile è appunto la traduzione del titolo dell’album ndr) oggi essere giovani emergenti in Italia e in generale alla mancanza di prospettive – che agita lo spettro di un futuro arduo e imprevedibile – legate allo svolgimento di una professione come quella del musicista jazz. E tuttavia dalle nove tracce di questo suo ultimo lavoro trapelano in continuazione bellezza, serenità, amore per la musica e, tra i solchi, un sentimento affettuoso e di gratitudine per John Coltrane, il sassofonista afroamericano e compositore per il quale il nostro nutre una ammirazione smisurata (tra i sassofonisti è quello che più sembra averlo influenzato). Alla realizzazione dell’album hanno partecipato Enrico Le Noci alla chitarra elettrica, autore di due dei nove brani dell’album, Alessandro Bintzios al contrabasso e Luca Gallo alla batteria.
Il percorso artistico-musicale di Lapia inizia in modo tutto sommato banale: intraprende gli studi di flauto a 11 anni, quando ancora frequenta le scuole medie. A seguito dell’interesse per la musica da lui manifestato, la famiglia gli regala un sax. Dopo aver passato un certo periodo di tempo ad ascoltare i primi dischi di jazz, nel 2009 inizia veri e propri studi jazzistici frequentando i seminari estivi di Nuoro Jazz; qui si aggiudica alcune borse di studio tra cui quella che ha lo scopo di formare il gruppo dei migliori allievi nel 2012. Successivamente alla partecipazione ai seminari estivi di Umbria Jazz Clinics, consegue la borsa di studio che gli consentirà di frequentare nel 2014 il Berklee College of Music di Boston. Nella città del Massachusetts Lapia rimarrà per quasi due mesi: l’esperienza si rivela per lui determinante, visto l’alto livello degli insegnamenti seguiti.
Una sintesi delle esperienze compiute da Lapia negli anni più recenti può dare l’idea del livello artistico-professionale raggiunto dal nostro: compie studi musicali a Torino, ma nel 2015 si trasferisce a Parigi in seguito all’ammissione al dipartimento di Jazz et Musiques Improvisées del Conservatoire National Superieur De Musique et de Danse. Nel 2018 è in Olanda (dove ancora attualmente studia) dove viene ammesso al Master in Sassofono Jazz al Koninklijk Conservatorium di Den Haag. Quest’ultima esperienza si rivela irrinunciabile, dato che a Den Haag può seguire gli insegnamenti di un grande maestro del sax, John Ruocco. Partecipa a numerosi festivals internazionali ed è pluripremiato (Premio Massimo Urbani e Premio Imaie nel 2019, Premio Chicco Bettinardi in ex-aequo nel 2021), ha collaborato o si è esibito con molti musicisti di valore come, sono solo alcuni, Darrel Green, Baptiste Herbin, Riccardo Del Fra ed Emanuele Cisi.
Tornando a Tough Future, uscito il 2 febbraio 2023 per Emme Records Label, esso si compone di nove brani, quasi tutti composti da Lapia, per circa un’ora di musica. Il cd si rivela all’ascolto album passionale e insolitamente melodico, su quest’ultimo peculiare aspetto Lapia spiega in un’intervista che «nella composizione cerco sempre di avere un approccio cantabile con temi che restano in mente con facilità lavorando spesso sulla complessità armonica e strutturale dei brani». A tratti, quanto ad atmosfere e suggestioni, quasi “mediterraneo”, spesso deliziosamente groovy, suonato con ottima coesione interna dai componenti del gruppo, coinvolgente e davvero meritevole di attenzione, in definitiva.