9 Maggio 2023
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La Legge n. 41/2023 di conversione del Decreto Pnrr così come modificato in sede di approvazione in Senato, pubblicata lo scorso 21 aprile in Gazzetta Ufficiale, all’articolo 47 comma 9-quinquies prevede una serie di limitazioni e vincoli in un territorio che ricade su venti Comuni al fine di «consentire la realizzazione e il pieno funzionamento dell’infrastruttura di ricerca denominata Einstein Telescope». In una vasta area compresa tra Nuoro, Benetutti, Pattada, Buddusò, Alà dei Sardi, Torpè, Siniscola, Dorgali, Galtellì e Oliena, una serie di attività produttive – tra queste la costruzione di strade e ferrovie, la produzione di energia elettrica, l’estrazione di minerali da cave e miniere, tutte le attività connesse alla produzione di cemento, calce e gesso, e le attività di taglio, modellatura e finitura di pietre – saranno soggette a più complesse procedure abilitative. Il provvedimento prevede che d’ora in avanti le nuove autorizzazioni all’esercizio delle attività citate saranno rilasciate dalle amministrazioni competenti di concerto con il Ministero dell’Università e della ricerca sentito l’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn). Tra i venti Comuni interessati anche Bitti, Irgoli, Loculi, Lodè, Lula, Nule, Onanì, Orune, Osidda e Padru.
Non si è fatta attendere la reazione di Confindustria: «Sul progetto dell’Einstein Telescope – ha scritto in una nota il presidente Giovanni Bitti – ci siamo già espressi e confermiamo il nostro fermo sostegno e appoggio. Non capiamo tuttavia come mai, in vista della realizzazione dell’infrastruttura, sia stata delimitata attorno alla miniera di Sos Enattos, già oggi scarsamente antropizzata e infrastrutturata, un’area di protezione così vasta, che risulta notevolmente più estesa rispetto a quanto si sta facendo nel sito concorrente in Olanda a Limburgo peraltro già fortemente industrializzato. Ci chiediamo anche perché scelte di questo tipo siano state prese nel silenzio più totale senza alcuna informazione e coinvolgimento delle comunità e delle istituzioni locali andando a impattare su un tessuto produttivo e industriale fortemente in difficoltà.
È preoccupante – prosegue la nota – che questo provvedimento vada a limitare in prospettiva settori strategici importanti quali quello estrattivo, di marmo, cemento e pietre ornamentali comprese le attività manifatturiere collegate. In un momento in cui si parla tanto di comunità energetiche e rinnovabili, e anche in attesa dei prossimi bandi Pnrr che dovranno dare impulso alla tanto auspicata transizione energetica anche nelle aziende, ci chiediamo che cosa accadrà nel nostro territorio per i nuovi impianti di produzione di energia elettrica che dovranno tutti attendere l’ok del Ministero e dell’Infn. Per non parlare delle infrastrutture con la provincia meno infrastrutturata d’Italia che rischia di trovare ulteriori limiti alla possibilità di interventi strategici, comprese opere di riqualificazione e ampliamento riguardanti strade e ferrovie anche a Nuoro città capoluogo».
In definitiva, per Confindustria, «su questi aspetti occorre una maggiore condivisione con il territorio e con il mondo produttivo. In attesa di un maggiore approfondimento, sono assolutamente necessari – conclude Bitti – interventi correttivi al provvedimento in sede legislativa così come è quanto mai urgente aprire un confronto tra i rappresentanti del mondo politico e scientifico e le forze economiche e produttive al fine di evitare che norme così impattanti per il tessuto produttivo locale siano scoperte per caso senza che ci sia stato un minimo di condivisione e senza tenere conto delle esigenze del territorio».