Le due donne uccise nel complesso parrocchiale della Santa Famiglia a Gaza
Gaza, attacco alla parrocchia cattolica
di Redazione

19 Dicembre 2023

5' di lettura

“È ora di porre fine a questo conflitto insensato”: sono le parole con cui il Patriarcato latino di Gerusalemme accompagna alcune foto che mostrano l’attacco israeliano alla parrocchia cattolica di Gaza lo scorso 16 dicembre che ha provocato due morti, una madre, Nahida Khalil Anton e sua figlia Samare, e diversi feriti oltre a numerosi danni. I colpi, come riferito dal Patriarcato latino in una nota emessa lo stesso giorno dell’attacco, hanno colpito e distrutto anche i pannelli solari e il generatore elettrico della casa delle suore di Madre Teresa che rappresentano l’unica fonte di elettricità utile anche a far funzionare i respiratori necessari ai giovani disabili che le religiose accudiscono. Distrutti anche i grandi contenitori di acqua posti sui tetti della parrocchia. Attacco che Israele ha smentito, secondo quanto riportato dai media israeliani. L’esercito di Israele (Idf) ha dichiarato di “non prendere di mira i civili, indipendentemente dalla loro religione”. “Due morti ci sono, chi li ha uccisi? I tank sono lì che hanno sparato. I fatti sono quelli. Abbiamo le immagini, le possiamo far vedere”, la replica del patriarca latino di Gerusalemme, card. Pierbattista Pizzaballa, raccolta dal Sir.

La nota della Cei
Il Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della Cei, ha raggiunto telefonicamente il Card. Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini, per esprimere la vicinanza delle Chiese in Italia alla comunità di Gaza all’indomani dell’attacco alla parrocchia cattolica della Sacra Famiglia in cui hanno perso la vita la signora Nahida Khalil Anton con sua figlia Samar Kamal Antone e altre due persone sono rimaste gravemente ferite.
Nel manifestare solidarietà alla popolazione duramente provata dal conflitto, il Presidente della Cei ha rinnovato l’appello per un immediato cessate il fuoco: “A pochi giorni dal Natale – ha detto – uniamo le nostre voci a quella di Papa Francesco ed eleviamo la nostra preghiera perché il rumore delle armi si trasformi in canto di pace. Il Bambino che viene ci invita a chinarci sul dolore di quanti stanno soffrendo a causa di questa guerra mondiale a pezzi, in particolare in Terra Santa. Auspichiamo che la comunità internazionale faccia ogni sforzo per arrivare ad una soluzione che garantisca i diritti di tutti, a partire da quelli al cibo e alle cure per la comunità palestinese”.

Le parole del Papa
Francesco non dimentica i fratelli e le sorelle che soffrono per la guerra, “in Ucraina, in Palestina e Israele e nelle altre zone di conflitto”. Dopo la preghiera dell’Angelus a piazza San Pietro, in prossimità del Natale, ha chiesto che si rafforzi “l’impegno per aprire strade di pace”. E nuovamente lancia un appello per quanto accade in Tessa santa, all’indomani dell’attacco israeliano alla parrocchia latina della Sacra Famiglia a Gaza City che ha causato la morte di due donne, madre e figlia: Naheda e Samar. Il dolore per la morte di civili

Il Pontefice segue con apprensione il tragico evolversi del conflitto in Medio Oriente: “Continuo a ricevere da Gaza notizie molto gravi e dolorose”, afferma.
Civili inermi sono oggetto di bombardamenti e spari. E questo è avvenuto persino all’interno del complesso parrocchiale della Santa Famiglia, dove non ci sono terroristi, ma famiglie, bambini, persone malate e con disabilità, suore. Una mamma e sua figlia, la signora Nahida Khalil Anton e la figlia Samar Kamal Anton, sono state uccise e altre persone ferite dai tiratori scelti, mentre andavano in bagno… È stata danneggiata la casa delle Suore di Madre Teresa, colpito il loro generatore. Qualcuno dice: “È il terrorismo, è la guerra”. Sì, è la guerra, è il terrorismo. Per questo la Scrittura afferma che “Dio fa cessare le guerre … rompe gli archi e spezza le lance” (cfr Sal 46,9). Preghiamo il Signore per la pace.

Pregare per i bambini che vivranno un Natale difficile
Poi, nei salutare i pellegrini presenti in piazza, Papa Francesco ha benedetto i “Bambinelli”, come fa di consueto in questa circostanza. Ha inviato i suoi auguri estendendo alle famiglie e ha chiesto una preghiera particolare tenendo conto proprio degli scenari di guerra privati del calore della fratellenza:
Vi chiedo di pregare davanti al presepio per i bambini che vivranno un Natale difficile, nei luoghi di guerra, nei campi-profughi, in situazioni di grande miseria. 

L’Oms: l’ospedale Al-Shifa è in un bagno di sangue
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha fatto sapere di aver partecipato a una missione congiunta delle Nazioni Unite per portare forniture sanitarie e valutare la situazione all’ospedale Al-Shifa di Gaza. Il team ha consegnato medicinali e forniture chirurgiche, attrezzature per chirurgia ortopedica, materiali e farmaci per l’anestesia all’ospedale, che “attualmente è minimamente funzionante”, ha affermato l’Oms, citato dal quotidiano Haaretz. Il pronto soccorso dell’ospedale al-Shifa, il più grande nel nord di Gaza, è “un bagno di sangue” e la struttura “ha bisogno di rianimazione”, ha avvertito l’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’Oms, citata dal Guardian, ha affermato che “decine di migliaia di sfollati stanno utilizzando l’edificio e i terreni dell’ospedale per ripararsi” e che c’è “una grave carenza” di acqua potabile e cibo. Le sale operatorie non funzionano a causa della mancanza di carburante, ossigeno e altre forniture, ha affermato l’organizzazione che parla di “centinaia di feriti”.

Condividi
Titolo del podcast in esecuzione
-:--
-:--