(photo by Calvarese/Sir)
Guardiamo all’Ue e a casa nostra
di Francesco Mariani

14 Giugno 2024

4' di lettura

Da queste elezioni europee 2024 arrivano diverse sorprese. Le prime due riguardano i Paesi più importanti dell’Ue: la Germania e la Francia. L’asse franco-tedesco crolla sotto il successo di Marine Le Pen del Rassemblement National, in Francia, dove il presidente Emmanuel Macron  raccoglie la metà dei voti rispetto a lei. Lui ne ha preso atto e ha indetto nuove elezioni nello spazio di un mese. 

Poi c’è la situazione tedesca. Qui c’è il ritorno in forze di un partito che affonda le sue radici nel remember del nazismo. L’attuale cancelliere tedesco Olaf Scholz è stato superato da Alternative für Deutschland (AfD) e si piazza al terzo posto nella classifica dei partiti. Un ceffone da restare storditi. 

Difficile immaginare quale maggioranza si formerà all’interno del Parlamento europeo chiamato a misurarsi con scadenze cruciali come gli aiuti da dare all’Ucraina di fronte all’invasione russa. Il peso dei socialisti in Ue è stato messo in discussione e la spinta a destra è stata forte. 

La terza sorpresa è il risultato italiano. Come era stato abbondantemente previsto l’affluenza alle urne è stata meno della metà degli aventi diritto, segno che l’Europa non scalda i cuori. In Sardegna i votanti sono stati meno degli inquilini delle case popolari di Pietralata a Roma.C’è da registrare la soddisfazione del Partito democratico italiano. Questo almeno è contenuto nelle dichiarazioni dei suoi esponenti. Elly Schlein ha indubbiamente ricompattato il vecchio Pd, recuperando molti personaggi che erano usciti dal partito che ora è al 24%, riducendo la differenza di consensi con Fratelli d’Italia. Il quale sfiora il 29%, incrementando il risultato delle politiche del 2022. Un fatto raro per un partito di governo che dopo due anni incrementi i consensi anziché perderne. 

La segretaria del Pd deve fare i conti con la sconfitta del M5s, che potrebbe essere compensata solo dal duo Bonelli e Fratoianni, che hanno candidato anche la Salis ottenendo oltre il 6%. Ma il famoso “campo largo” è da ridefinire.

In sostanza i due partiti che oggi, alla luce dei risultati di queste elezioni europee, vanno meglio in Italia sono il partito di maggioranza, anche con i suoi alleati, che incrementa la sua posizione, e nello stesso tempo il maggior partito di opposizione. Un’anomalia italiana rispetto al resto dei risultati europei.

Il clima generale di radicalizzazione ha funzionato e verrà usato nei prossimi mesi per preparare l’assalto al governo, contando sul fatto che il Pd sarà il gruppo di maggioranza relativa nei socialisti. Gruppo che andrà al governo dell’Europa con il Ppe. Inoltre il risultato del Pd mette in crisi Conte. La sua strategia di smarcarsi a livello locale, di attaccare il Pd in più occasioni non è stato premiato. Anzi. Lo penalizza come alleato giudicato inaffidabile, mettendo a repentaglio la sua leadership.

Gli elettori hanno dato al Pd lo scettro dell’opposizione e lo candidano alla guida del futuro governo con o senza il M5s. Ed anche i moderati di Renzi e Calenda sono al bivio dovranno decidere il da fare, se allearsi o continuare a cavarsi gli occhi.

Ultima considerazione per noi sardi, del nuorese in particolare, abbiamo disertato le urne, abbiamo notificato e ratificato la nostra non esistenza politica e geografica. Pensate che a Strasburgo o Bruxelles ci sia qualcuno che se ne dispiace? Bello parlare dei nostri diritti, come fanno i comproprietari di terreni che poi finiscono per uccidersi tra loro, ma la politica dove abita?  

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