17 Maggio 2023
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Da sempre la guerra ha intrinseco bisogno della bugia, della propaganda mistificatoria. Non possono esistere l’una senza l’altra. La bugia dei vincitori diventa verità e la verità dei vinti diventa bugia. Difficile separare nettamente la ragione dal torto, dipanare i mille interessi ed intrecci che stanno dietro un conflitto armato. Il linguaggio stesso viene deformato e falsato.
Putin dice che la sua non è una guerra, non è un’invasione ma un’azione militare speciale per denazificare l’Ucraina. Mente. Ma anche i governi Nato, nel 1999, mentirono quando parlarono di “intervento umanitario” per giustificare ottanta giorni di loro bombardamenti sulla Serbia, con migliaia di vittime civili. Mentirono gli Stati Uniti quando per invadere l’Iraq inventarono motivazioni risultate clamorosamente false. Mentirono di brutto Francia, Gran Bretagna e Usa quando, per bombardare la Libia e far fuori Gheddafi, si inventarono stragi di civili a base di gas mostarda. Una menzogna non giustifica l’altra ma bisogna che venga definita per quello che è.
Tutti i governi occidentali mentono quando lodano la resistenza ucraina e contemporaneamente raccontano alle proprie popolazioni che non stanno partecipano al conflitto. Inviare armi e munizioni, aerei e missili sempre più sofisticati vuol dire partecipare alla guerra, seppure per interposta persona. Una guerra che non è nata da oggi a domani ma è stata abbondantemente prevista e preparata da molto tempo.
I governi Ue e Nato non hanno messo in campo nessuna proposta concreta per avviare un negoziato. Alcuni esperti di politiche militari hanno suggerito un arretramento della Nato in cambio del ritiro delle truppe russe. Non è un’idea pellegrina. Basta pensare alla crisi dei missili a Cuba, nel 1962, che aveva portato il mondo sull’orlo della Terza guerra mondiale. Chruscev ritirò i missili nucleari sovietici da Cuba e Kennedy quelli Nato dalla Turchia. Inoltre il presidente americano si impegnò ad evitare qualsiasi invasione militare dell’isola caraibica. Invece si stanno aprendo le porte alla Finlandia e alla Svezia. Invece di contrattare un eventuale arretramento, o quanto meno un congelamento, si procede all’ingrandimento.
Senza uno straccio di proposta concreta i negoziati in corso tra Russia ed Ucraina, supposto che ci siano, sono una finzione. Non esiste possibilità di accordo quando una delle due, o entrambe le parti, sono convinte di poter vincere la guerra. Quando da entrambe le parti c’è un ricorso massiccio ed asfissiante alla disinformazione.
Putin ha torto marcio perché ha invaso uno stato e sta massacrando civili; l’Occidente ha il torto di pensare ad una guerra senza fine non tanto per difendere l’Ucraina quanto per mettere in ginocchio la Russia. Il conflitto in atto va inserito nel contesto dell’ordine mondiale instauratosi dopo il crollo dell’Unione Sovietica. La situazione è riassumibile così: gli Stati Uniti lottano per mantenere il loro impero globale. La Cina lotta per crearne uno suo e quindi ridimensionare l’impero americano. Gli avversari degli Usa sono la Cina, la Russia ma anche la Germania e l’Unione Europea che ne costituisce un’appendice. Da questo scontro conseguono molteplici conflitti locali. Ognuno ammantato con le sue bugie e tranelli.