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L’Ortobene
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Direttore Responsabile:
Francesco Mariani
Questa mattina il Papa ha incontrato in Aula Paolo VI il movimento dei Cursillos di Cristianità in Italia in occasione della VII Ultreya nazionale. Un momento di incontro, testimonianza e preghiera, com’è consuetudine del movimento, che ha preceduto l’atteso arrivo del Santo Padre. Folta e qualificata anche la presenza della Diocesi di Nuoro, a partire dai sacerdoti don Giovanni Maria Chessa e don Giampaolo Muresu che insieme a Sebastiana Boeddu hanno portato la loro parola e testimonianza nel corso dell’incontro.
Mai isolarsi, mai rinchiudersi, mai “eternizzare” le cariche e, soprattutto, fare comunità cercando l’armonia e l’unità, sia internamente al movimento che esternamente nei luoghi in cui si è inseriti. Papa Francesco insiste sul concetto di “comunione” e di “servizio” nel discorso agli oltre 2400 partecipanti all’Ultreya.
Il servizio su Vatican News
Non si tratta di riunioni organizzative, non è il ‘consiglio di amministrazione’ di un’azienda, ma incontri fraterni per ritrovare le motivazioni e lo slancio di fede che tutti avete sperimentato fin dal primo cursillo al quale avete partecipato e che ha dato una svolta alla vostra vita.
Proprio riflettendo sull’“andare oltre”, il Papa, distaccandosi dal discorso scritto, chiede ai membri dei Cursillos di essere sempre in movimento: “Movimento per unità interna e movimento per evangelizzare”. Essere in movimento nel concreto significa “vivere il servizio di annuncio e di testimonianza cristiana”. Compito che tocca anche a incaricati o responsabili di ogni Paese o di tutto il movimento. Francesco, sempre a braccio, mette in guardia da una “cosa brutta” che è quella di “eternizzare le cariche, cioè che sempre è lo stesso o la stessa”. “Per favore, no!”, dice.
Tutti sono bravi, ma non tutti indispensabili. Non siamo indispensabili. Io finisco questo compito di coordinatore o coordinatrice, non so come si chiama da voi, sia del gruppo, sia dei Paesi o generale, me ne vado a casa, cioè entro nei gruppi come uno qualunque, una qualunque. ‘No, ma io ho fatto questo, adesso tocca…’. Non tocca nulla, a te tocca andare a casa!
Questo “rinnovamento contro le ambizioni personali” che “il diavolo fa muovere”, avverte il Papa. “È un lavoro per continuare a vivere. Perché tanti movimenti si sono spenti nelle mani di un unico o di un’unica dirigente. Ne abbiamo tanta esperienza nella Chiesa. Così, rinnovare il servizio dell’autorità, diciamo così, rinnovarlo: nessuno è eterno nell’autorità”. “Sempre in cammino, mai statici, in cammino, sempre pronti ad ‘andare oltre’, verso la comunione e verso la missione, e sempre al servizio, non arrampicatori di cariche”, raccomanda il Papa.Oltre una visione orizzontale e materialista della vita
L’invito è a superare “una visione solo orizzontale, terrena e materialista della vita, per riscoprire ogni volta lo sguardo nuovo che la fede in Cristo ci ha donato su tutto: su noi stessi, sul mondo, sul senso dell’esistenza”.
Si fa presto, infatti – per pigrizia, per inerzia, per timidezza –, a perdere lo sguardo della fede e a conformarsi alla mentalità del mondo, che spegne ogni zelo e ogni desiderio di rimanere fedeli al Signore e di portarlo agli altri.
Il Pontefice offre agli appartenenti del movimento, iniziato in Spagna, le direzioni per procedere nel loro cammino: comunione e missione. “Andare verso la comunione”, esorta. “Si tratta di andare oltre sé stessi e oltre il proprio gruppo per fare comunità e crescere nella Chiesa, che è sempre corpo e mai membra slegate, separate”
Mai isolarsi e mai rinchiudersi! Sempre conservare e accrescere i legami vitali con i luoghi di comunione nei quali siamo inseriti
Il Papa parla di tre livelli. Il primo è “fare comunità con gli altri gruppi, a livello regionale e a livello nazionale”, per arricchirsi di esperienze e prospettive e per “comprendere meglio la situazione ecclesiale e sociale nella quale siete immersi”. Secondo livello, dice il Pontefice, è “fare comunità con l’intero movimento dei Cursillos”, conservando – e questo è una “grande sfida” – uno spirito di “carità e di unità”, nella consapevolezza “che il carisma di fondazione del vostro movimento è quello che vi è stato trasmesso dagli iniziatori e dalla prima generazione e del quale tutti voi siete ugualmente responsabili”.
L’unità non si fonda sul carisma di un singolo individuo o sulla “linea” spirituale di qualche “corrente”. No, l’unità si fonda sul patrimonio spirituale accolto da tutti, vissuto e condiviso da tutti, compreso da tutti e affidato a tutti.Armonia
Papa Francesco guarda all’incontro dell’Organismo Mondiale dei Cursillos de Cristiandad, che vedrà la partecipazione dei leaders di tutti i continenti. L’auspicio è che l’appuntamento “sia vissuto come un evento sinodale di ascolto e discernimento comune tra i responsabili, che dia spazio a tutti, che accolga le diverse sensibilità e visioni, per creare armonia spirituale al vostro interno”
Armonia di identità, di apostolato, di governo, perché possiate essere e mostrarvi agli altri come fratelli che agiscono in unità.
Infine, il terzo livello “ancora più ampio” indicato dal Papa è quello di “fare comunità con la Chiesa”. Significa nel concreto “vicinanza e ascolto dei pastori” e “la partecipazione alle iniziative pastorali delle Chiese locali nelle quali vivete”. “I vostri gruppi e tutto il vostro Movimento, infatti, non sono ‘accanto’ alla Chiesa, ma sono anch’essi parte della Chiesa che vive in quel territorio. Siete chiamati perciò a identificarvi appieno con il sentire e l’agire della Chiesa”, specifica il Papa.Discepoli missionari
Quanto alla missione, seconda direzione fondamentale di ogni ultreya, Francesco parla di una sfida che è quella di “formare comunità di discepoli missionari che vadano incontro ai lontani, superando il criterio del ‘si è fatto sempre così’ che non è un criterio cristiano”. “Voi – dice ai Cursillos – avete un carisma particolare, che vi ha portato a riscoprire e a saper annunciare in modo semplice e diretto l’essenziale dell’esperienza cristiana, cioè l’amore di Dio per ogni uomo e ogni donna. E sapete trasmettere quest’annuncio all’interno di legami di amicizia e di vicinanza che stabilite, senza forzature, con tante persone che incontrate, anche quelle dotate di più forte personalità e che sembrano quasi indifferenti o addirittura ostili alla fede”. L’incoraggiamento è pertanto a lasciarsi “animare da questo carisma” per sperimentare “la dolce gioia di evangelizzare in tutti gli ambiti della vita, privata e pubblica”.
La mattinata si è conclusa con la Santa Messa.