28 Giugno 2021
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C’è una bellissima notizia sul fronte della cultura per Nuoro. Il Museo Archeologico Nazionale, chiuso da due anni e mezzo per lavori di ristrutturazione, ampliamento, riallestimento e adeguamento degli impianti di sicurezza e antincendio molto probabilmente riaprirà quest’estate. Ne parliamo con il direttore Stefano Giuliani. Come potremmo rivedere i preziosi reperti che sono custoditi qua dentro? «Abbiamo deciso di interrompere questa assenza del museo dalla fruzione della comunità consentendo una visita di una parte, per quanto provvisoria e parziale del grande allestimento che si sta facendo. Non appena saremo in sicurezza con tutte le certificazioni necessarie, gli oggetti della collezione potranno essere rivisti in una nuova veste, in un nuovo allestimento ». Quando potrebbe essere prevista una riapertura? «Il museo è praticamente già riallestito in questa sezione e quindi conto che, sistemate alcune piccole cose, tipo un bagno difettoso, entro la fine di luglio possiamo iniziare a fare qualche apertura. Ci sarà pure qualcosa di nuovi oggetti che da tempo non si vedevano qui perché erano in prestito altrove. Un grosso gruppo di oggetti, circa 300, che sono usciti anni fa per la mostraL’isola delle Torri e poi sono rientrati subito prima dello scoppio del Covid. Comunque si era già chiuso per lavori e quindi quei reperti sono stati tolti dalla fruizione degli abitanti di Nuoro già da tempo prima. Ora sono di nuovo disponibili e alcuni sono fra i più importanti della collezione ». I pezzi più pregiati? «Per esempio, il vaso miceneo del Nuraghe Arrubiu che è uno dei pochi pezzi di ceramica non nuragica rinvenuti all’interno di un contesto stratificato databile al periodo nuragico. Ha consentito di agganciare le cronologie delle tipologie ceramiche nuragiche a quelle degli altri popoli e quindi ha contribuito a dare le datazioni per questa cultura. Poi altri pezzi celeberrimi rinvenuti nel sito di sa Sedda‘e sos Carros, o ancora la statuetta di Tanit, divinità del Pantheon fenicio-punico, e diversi Bronzetti». Tutto bello tutto molto invitante ma manca personale. «Abbiamo un grossissimo problema. Tolto me che faccio il direttore, ci sono solo 4 assistenti che un tempo si chiamavano custodi. Se non interviene il Ministero la quantità di personale che abbiamo qui non è sufficiente per fare un doppio turno e garantire un’apertura costante». Il suo SOS ovviamente è già partito. «Io ho parlato col sindaco chiedendogli di attivare una forma di convenzioni in modo da condividere del personale da affiancare a quello del museo per estendere la possibilità di apertura al pubblico in termini di orari e di giorni». © riproduzione riservata