Don Ruggero Bettarelli
In ospedale come il Buon samaritano
Don Ruggero Bettarelli prende il posto di don Bernardo Domaignè come cappellano del San Francesco
di Franco Colomo

17 Settembre 2024

4' di lettura

Da pochi giorni ha iniziato il suo servizio come cappellano dell’Ospedale san Francesco di Nuoro. Don Ruggero Bettarelli ci accoglie sull’uscio della piccola sacrestia, sereno e sorridente dietro la sua luna barba bianca. Dopo le esperienze al Sacro Cuore di Nuoro come viceparroco e poi come parroco a Orotelli, Galtellì, quindi a Oniferi, ecco cominciare una nuova missione. Ma è in realtà come un ritorno al passato: «Da seminarista a Cagliari – racconta – ho avuto due periodi di formazione e servizio accanto ai cappellani dell’Oncologico e del Brotzu. Mi ero ripromesso, e avevo anche espresso il desiderio al Vescovo, di poter ripetere una esperienza simile».

«Il primo impatto è stato positivo – spiega – ho trovato un ambiente in qualche modo familiare, dove i rapporti umani sono per lo più improntati alla semplicità». Certamente i problemi sono sotto gli occhi di tutti, anche dal punto di vista strutturale, ma passano in secondo piano rispetto a quello che lo attende: «L’immagine che mi accompagna – afferma don Ruggero – è sicuramente quella del Buon Samaritano ed è con questo stile che vorrei svolgere il mio compito». Sono già iniziate le visite ai reparti, nei luoghi del dolore – confida ancora il cappellano – «le persone si rivolgono a Dio per domandargli il perché della loro sofferenza e per chiedere di guarire. Poi hanno bisogno di una presenza, di compagnia, penso alle tante ore in cui non sono ammesse le visite o alle persone che non hanno nessuno. Quello che vorrei – continua – è che tutti avessero la possibilità di ricevere i sacramenti, specie chi sta affrontando l’ultimo tratto della propria esistenza: purtroppo in tanti hanno un’idea distorta dell’Unzione degli infermi, legati come sono a quel brutto termine tramandato negli anni, l’estrema unzione, e non riescono a coglierne il valore. Vorrei che anche il personale, medico e non, avesse la sensibilità e la carità di segnalarmi i casi nei quali io possa intervenire con il Sacramento». È importante che anche i familiari sentano la figura del cappellano come presenza a cui rivolgersi all’interno dell’Ospedale anche in questo senso, «vorrei conoscere il più possibile i reparti, far sapere che ci sono e che chiunque può contare su di me. In futuro – dice ancora don Ruggero – mi piacerebbe anche poter iniziare un percorso con i medici, fossero anche tre o quattro, per vivere insieme la Pastorale della Salute».

Oltre alle visite nei reparti il cappellano assicura la presenza per le confessioni e la celebrazione della Messa. In questo giorni don Ruggero continua anche a dare il proprio contributo nella parrocchia di Oniferi in attesa dell’arrivo del suo successore, don Giuseppe Sanna, che farà il suo ingresso in parrocchia il prossimo 16 settembre. «Sono a sua completa disposizione per tutto ciò di cui avrà bisogno – assicura il cappellano -, specie nei primi momenti di conoscenza della nuova realtà». 

Ora don Ruggero serve una comunità ancor più grande e variegata, con l’entusiasmo e la semplicità che lo contraddistinguono vive questo impegno nuovo e per certi versi identico alla sua missione di sempre, quella di testimoniare il Vangelo a tutti, specie ai più piccoli e fragili.

Nelle prossime settimane il grande ospedale nuorese saluterà, rendendogli il giusto omaggio, don Bernardo Domaignè che ha svolto il servizio di cappellano per ben 22 anni. Un altro esempio di costanza e dedizione a cui il suo successore potrà rifarsi.

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