26 Aprile 2022
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Nuoro - Si è tenuta nel sacrario militare del cimitero comunale di Nuoro la celebrazione del 77° anniversario della liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Alla commemorazione erano presenti il sindaco Andrea Soddu, il presidente del consiglio comunale Sebastian Cocco, il vice sindaco Fabrizio Beccu, il prefetto Luca Rotondi, la viceministra Alessandra Todde e i rappresentanti delle istituzioni civili e militari cittadine.
«Un 25 aprile dal sapore particolare – ha esordito il sindaco – perché per la prima volta dopo oltre 70 anni assistiamo a una guerra nel cuore dell’Europa, con una nazione che resiste a un’invasione. Più di altre volte, oggi sentiamo vivo il significato della giornata in cui commemoriamo la liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Davanti ai nostri occhi – ha continuato Soddu – abbiamo una realtà che ci richiama alla necessità e all’impegno, come rappresentanti delle istituzioni e come cittadini di questo splendido Paese che è l’Italia, a coltivare la memoria. La memoria del sacrificio compiuto dai nostri nonni e genitori per garantire a noi di poter circolare liberi, esprimere liberamente le nostre opinioni e avere un sistema di istituzioni a difesa della democrazia, schiacciata durante l’esperienza fascista. Periodo in cui le differenze, il dibattito democratico, la complessità della società venivano combattuti fino all’eliminazione dell’avversario. Ci sono state persone che a quell’epoca hanno scelto da che parte stare e noi le dobbiamo onorare. E questo esercizio della memoria lo dobbiamo fare tanto più oggi, perché le nuove generazioni, che sono anagraficamente sempre più distanti da quegli anni tragici, possono naturalmente non comprendere appieno la portata nefasta di quel periodo. Allora sta a noi, che temporaneamente guidiamo le istituzioni, il dovere di portare avanti il ricordo e l’omaggio ai caduti, ai partigiani e la parte del paese che si è schierata per la libertà. È poi necessario – ha sottolineato il primo cittadino – che quel periodo venga studiato in modo approfondito anche a scuola, fin dalle elementari. Così come per noi sardi e ogni popolo è importante studiare gli accadimenti della storia per sviluppare sempre più il senso di appartenenza e difesa della propria terra, allo stesso modo è fondamentale che tutti i giovani conoscano le vicende della guerra di liberazione che oggi consentono loro di vivere in democrazia, in modo che ne abbiano sempre coscienza e sviluppino gli anticorpi per difenderne i valori».