18 Maggio 2024
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C’è una lunga traccia, un filo rosso, un incontro che lascia il segno. Una circostanza dolorosa della vita che fa germogliare amicizia e condivisione. Primo maggio del 2015, Franco cade dalla bicicletta, la sua passione, e arriva gravissimo all’ospedale San Francesco. Loreta, sua moglie giunge a Nuoro e trova alloggio presso la Casa Santa Lucia (dell’Associazione Cilla) che in città accoglie i familiari dei malati. Il “via vai” dall’ospedale di Loreta, preceduto dal pellegrinaggio mattutino al santuario della Madonna delle Grazie, la rendeva ogni giorno sempre più fiduciosa che il suo Franco dopo l’intervento alla testa potesse risvegliarsi. Dalla Terapia intensiva al reparto, l’intervento andò bene, ma aveva necessità di ulteriori cure. Il coraggio della moglie, la determinazione di tanti amici che a Franco volevano bene li convinse a “noleggiare” a spese proprie un elicottero per riportare Franco a casa. La calotta cranica di Franco è stata ricostruita con il titanio e dopo lunghissimi 5 mesi di riabilitazione ha ri-iniziato la sua seconda vita.
È il 1 maggio 2024, Franco e Loreta sono nuovamente a Nuoro e chiedono di poter trascorrere qualche giorno di vacanza nella Casa Santa Lucia e di incontrare tutti noi. Sono ancora grati dell’accoglienza ricevuta, della professionalità medica che hanno sperimentato e di tutta la condivisione nel momento drammatico della perdita della salute di Franco lontano da casa e dagli affetti. Loreta e Franco hanno portato anche le biciclette per qualche giro intorno a Nuoro e per godersi la natura e il territorio attorno. La passione di Franco per la bicicletta non è venuta meno! È veramente un uomo straordinario che non si stanca di testimoniare la sua nuova vita, dice chiaramente di essere nato due volte, e che tanto amore ha ricevuto e tanto si sente di continuare a dare. La gratitudine è nel suo sguardo e nel suo abbraccio.
Per noi volontari della Casa Santa Lucia è ancora una volta la “prova provata” che nel dare si riceve tanto e tanto di più. Quest’incontro inaspettato dopo nove anni ci conferma che accogliamo perché siamo stati accolti e amiamo perché siamo amati. Ancora una volta diamo il nostro tempo e la nostra disponibilità all’accoglienza per imparare la gratuità come dimensione della vita.
Antonella Cambosu