5 Gennaio 2022
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“Timeo Danaos et dona ferentes”, diceva l’incompreso Laocoonte, nell’Eneide. Temo Sassari ma soprattutto Cagliari (specie come espressione della Regione) anche, anzi soprattutto, se si presentano a Nuoro portando doni. La città ed il nostro territorio sono per loro una preda, una dependance, una colonia interna da vampirizzare. Tutti i servizi, le istituzioni, gli enti pubblici nostrani che hanno a che fare con loro vengono fagocitati. E non da oggi. Ti danno la caramellina e ti portavo via la casa. È accaduto con Abbanoa: il Consorzio Govossai è scomparso, ha ceduto le sue azioni, in cambio di un posto in consiglio di amministrazione e di una sede legale ubicata a Nuoro. Risultato: in città c’è giusto un telefono al quale nessuno ti risponde, la rete è più colabrodo di prima, il servizio bollette e manutenzioni fa capo a Cagliari che gli utili del Govossai li ha usati per ripianare i debiti dell’Esaf. La tanto decantata UniNuoro non è una gemmazione di Cagliari e Sassari, bensì il loro cortile di casa. Loro sono i titolari dei finanziamenti per quanto riguarda i corsi di laurea (per la gestione ordinaria venivano dati al Consorzio) e a loro spetta la parola decisiva su tutto. Ben diverse erano le basi sulle quali UniNuoro nel 1990 era nata. Gli esempi potrebbero continuare. Ora è il turno della sanità. La Cardiologia con l’Unità di terapia intensiva coronarica dell’ospedale San Francesco diventa una struttura a direzione universitaria di Sassari. Lo stabilisce l’atto di indirizzo approvato dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore alla Sanità, Mario Nieddu. «ll San Francesco è un ospedale strategico non solo per l’area del centro Sardegna, ma per tutta l’Isola – dice, ineffabile, l’assessore –. Oggi il nostro obiettivo non riguarda solo il superamento delle criticità legate alla carenza di personale, ma vogliamo gettare delle basi solide per il rilancio del presidio». Si tratterebbe di una strada gloriosa per il San Francesco, un percorso che lo inserirebbe all’interno del sistema formativo universitario per consentire a medici e specializzandi di lavorare e crescere nel presidio nuorese. A queste promesse io non credo affatto. Credo invece che il reparto di cardiologia di Nuoro diventerà un ambulatorio funzionale all’AOU sassarese. Temo che dietro le apparenze di una generosa donazione si nasconda l’ennesima rapina. Ho la sensazione di stare dinanzi all’ennesimo tassello della sanità nuorese che viene rimosso. La polpa se la sono già mangiata non resta che rosicchiare l’osso di quello che fù il terzo sanitario sardo. Il fatto è che la politica (quella rimasta) se non resta silente dinanzi operazioni. Il passato insegnato niente, il presente all’insegna del depredare, futuro consegnato alla rassegnazione. La medicina si politicizza e la politica si medicalizza. Riconosciamolo: i conflitti personali, carrieristici, all’interno sanità nuorese, dove vere e proprie cordate loggiate e di simil partito, condizionano gli interessi della popolazione. La quale non da guadagnare da una concezione della vita dove il sanitario è trasformato in Azienda sanitaria. Le aziende hanno parametri e obiettivi ben diversi da un servizio. Le parole rivelano anche gli intenti latenti e modellano la realtà. © riproduzione riservata