Calciatori verdeazzurri in festa per una vittoria (photo by Massimo Locci)
La Nuorese calcio e la stagione che verrà
di Redazione Radio Barbagia

31 Agosto 2024

3' di lettura

Un’idea identitaria nata con lo scopo di valorizzare il prodotto locale, vale a dire i giovani della città e del territorio: questo è il Progetto Nuorese Calcio nelle parole del presidente Gianni Pittorra. Intervistato da Franco Stefano Ruiu nella sua rubrica curata per Radio Barbagia, Pittorra si è lasciato andare ai ricordi d’infanzia, raccontando della sua passione per lo sport e del lavoro. Fino a questa avventura che lo ha portato a mettersi a disposizione della comunità: «Io credo che nessuno dei presidenti abbia guadagnato una lira dal calcio, anzi sicuramente ci ha rimesso perché a tutti i livelli, a meno che non si abbia un’organizzazione veramente importante e soprattutto si abbia un un’idea aziendalistica al massimo, col calcio non si guadagna. Per noi credo ci sia la passione e la voglia di fare qualcosa per la città. Tante persone che ci hanno dato una mano e ci sostengono, c’è un gruppo dirigenziale intanto molto coeso e numeroso».

Il progetto dunque: «Noi vogliamo dare, e i numeri lo dimostrano, la possibilità ai ragazzi del territorio di mettersi in mostra in un campionato importante. Abbiamo ricostruito tutto, tenuto le categorie, dagli Aallievi regionali Elite alla Junores regionale. Quest’anno faremo anche i Giovanissimi provinciali, stiamo ripartendo da capo. Il settore giovanile per me va alla base. Anche le battaglie che stiamo facendo in questi giorni con l’amministrazione per riprendere il campo di Città Giardino, sistemarlo almeno per gli allenamenti, lo dimostra. Poi ci sono i tecnici, tante figure e dirigenti che si occupano solo di settore giovanile, raccordandosi con il direttivo. Non ci può essere una prima squadra se non si pesca dal settore giovanile». 

Un impegno che nasce dalla volontà di «riportare la Nuorese alla città, alla città del territorio» – afferma Pittorra. «Per gestire una struttura come il Quadrivio ci vogliono circa dalle 15 alle 25 persone a domenica. La maggior parte sono tifosi che stanno alle uscite, che staccano i biglietti, che danno una mano al bar, fino a quelli che organizzano il cosiddetto Terzo tempo, quando prepariamo da mangiare per la squadra avversaria».

Quello delle strutture sportive è un problema aperto da tempo: «Sulla carta ci sono – dice il presidente – realmente no. Diverse si stanno ultimando, il campo di Sa e Sulis che è un cantiere da anni, il campo del carcere dovrebbe essere riqualificato con un manto in sintetico. C’è il Quadrivio di cui non vorrei parlare e poi c’è la struttura di Città giardino che è completamente abbandonata. Quella della Solitudine che è l’unica struttura funzionale per il settore giovanile». 

E quindi la Nuorese dove giocherà? «in questi giorni – spiega Pittorra – stiamo interloquendo con l’amministrazione comunale. C’è buona disponibilità, almeno a parole. È ovvio che Nuoro, avendo carenza di strutture non solo sportive, ma di grandi spazi, ha catapultato tutto sul Quadrivio, già da qualche anno dati i problemi dell’anfiteatro e le norme che non consentono di aggregare tante persone in altri luoghi della città. Il Quadrivio viene utilizzato già da parecchi anni non solo per il calcio ma per tutte le altre manifestazioni. È ovvio che essendo un manto erboso ha necessità di cura particolare. Il rispetto soprattutto». 

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