Un fotogramma del film
“L’amore e la gloria” a Orotelli
di Redazione

2 Luglio 2024

4' di lettura

Venerdì 5 luglio alle ore 21 presso il Centro polivalente “Franco Pintus” di Orotelli si terrà a cura dell’associazione turistica Pro Loco Orotelli la proiezione del film L’amore e la gloria. La giovane Deledda di Maria Grazia Perria. Al termine intervista alla regista a cura di Immacolata Salis e Angelo Sirca.

L’Amore e la Gloria – si legge nella presentazione del film -, intende raccontare in che modo una giovane donna di un piccolo centro dell’interno sardo, Nuoro (una cittadina con poco di più di 5.000 abitanti all’epoca, caratterizzata da una condizione sociale profondamente intrisa di cultura conservatrice a carattere agro-pastorale), abbia saputo emergere e raggiungere i due obiettivi che si era posta sin da giovanissima: l’amore e la gloria.

Il percorso narrativo del film abbraccia 12 anni della vita della scrittrice. Inizia nel 1898 quando a 17 anni pubblica il suo primo racconto Sangue Sardo e si conclude nel 1900, quando a 29 anni sposa Palmiro Madesani un impiegato statale mantovano con cui si trasferisce a Roma.

Scrive la regista Maria Grazia Perria: “L’idea che mi ha guidato nella realizzazione del film partiva dall’intenzione di indagare la nascita e lo sviluppo dell’originalità e della grandezza creativa di Grazia Deledda. Il filo nascosto della narrazione sta infatti in un quesito che mi sono posta e a cui ho cercato di dare una risposta: in che modo si è verificato il passaggio che ha portato la giovanissima Grazzietta (com’era chiamata in casa) dall’essere una ragazzina che parlava il logudurese stretto, che possedeva una formazione scolastica limitata (ha frequentato solo fino alla quarta elementare) e che era inserita in un contesto sociale molto maschilista e tradizionale, a diventare una scrittrice riconosciuta fino all’ottenimento del premio Nobel? Ciò che voglio mostrare è il movimento che è avvenuto nel corpo e nell’anima di questa ragazza minuta, anticonformista per l’epoca, determinata fino alla testardaggine, sognatrice e visionaria. Un movimento sostenuto da una fantasia sconfinata e da una immaginazione alimentata dall’ascolto e dalla vicinanza con il mondo dei servi e dei pastori che vivevano nella sua casa e che ha trovato nella scrittura la sua forma espressiva producendo una mole gigantesca di racconti, lettere, romanzi.

Grazia si esprimeva scrivendo. Le sue lettere sono la traccia del suo vissuto, il luogo in cui si mette a nudo a volte in modo romantico, ma sempre con autenticità e fierezza. Il film si sviluppa principalmente su due piani nei quali sono raccontate, integrandosi, sia le vicende personali di Grazia sia la raffigurazione di alcune delle vicende presenti nei suoi racconti e nei suoi romanzi. Il passaggio da un piano all’altro troverà la sua coesione nell’appartenenza delle vicende scritte nei racconti e nei romanzi allo stesso contesto sociale in cui è vissuta dalla scrittrice.

L’Amore e la Gloria è costruito sulla base di un principio osmotico per il quale i sentimenti le sensazioni, le esperienze, le emozioni di Grazia si trasferiscono nella sua scrittura in un continuo e reciproco travaso di immagini sia reali che fantastiche, tutto ciò che è servito a costituire il suo mondo immaginario. Il film dunque rende conto di questo scambio, di questo travaso tra mondo reale e mondo dell’immaginazione, annullando i confini e integrando le interazioni tra personaggi reali e personaggi di fantasia”.

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