7 Giugno 2022
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Città del Vaticano - Un filo di poesia e spiritualità unisce particolarmente Roma e la Sardegna: fino al 15 luglio prossimo, la Biblioteca apostolica vaticana ospiterà per la prima volta le opere di Maria Lai, l’artista barbaricina di fama internazionale nata a Ulassai nel 1919 e deceduta a Cardedu nel 2013.
Un progetto possibile grazie al contributo della Regione Sardegna e della Diocesi di Lanusei, in collaborazione con l’Archivio e Fondazione Maria Lai e Musei vaticani. La mostra, intitolata L’arte di tessera la libertà, è curata da don Giacomo Cardinali, Simona De Crescenzo Delio Proverbio e Micol Forti, quest’ultima direttore della Collezione d’arte moderna e contemporanea dei Musei del Papa.
È stata ufficialmente inaugurata lo scorso 27 maggio nel salone Sistino della Biblioteca alla presenza del segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin, del bibliotecario di Santa romana Chiesa José Tolentino de Mendonça, del vescovo di Lanusei e Nuoro Antonello Mura, l’assessore regionale al turismo, artigianato e commercio Gianni Chessa e diversi partecipanti, tra cui i familiari dell’artista. Un suggestivo percorso allestito al primo piano in forte dialogo con il patrimonio della Vaticana e che sa mettere in luce gli aspetti della ricerca artistica della Lai legati al tema del libro e della scrittura. Tra le opere, un nutrito e variegato corpus di Libri, datati a partire dagli anni ‘70, e poi i Telai, gli Oli di parole ispirati ai versi di Federico García Lorca, e il grande Lenzuolo, un’opera intrisa di creatività e immaginazione.
Al centro della Sala Barberini trova posto l’Invito a tavola, un solenne banchetto con libri e pani realizzati in terracotta refrattaria.
Il cardinale Mendonça, citando la Fratelli tutti, ha presentato l’estro di Maria Lai come «risposta all’appello del Pontefice di fronte all’urgente bisogno di artigiani nella costruzione della pace». Sulla stessa linea l’intervento di Mons. Mura contestualizzato in questo periodo di conflitti internazionali. Il Vescovo, attraverso la metafora dell’ago e del filo, le “armi” dell’artista ogliastrina, ha parlato della «importanza di saper entrare in profondità e della bellezza del tessere relazioni» e ha citato un passaggio degli Appunti: «Accettare una vita permanentemente sbilanciata ed aperta a tutti i flussi possibili; soltanto in questa accettazione il gesto dell’arte può mettersi in sintonia con il movimento universale e cogliere grumi di vera e complessa esistenza». «Libri illeggibili il cui inserimento sembra costituire un corpo estraneo in una biblioteca plurisecolare – ha affermato don Cardinali –, ma che vanno esaminati a prescindere dal loro contenuto e apprezzati nella loro materialità, nelle forme, nella consistenza e nella multiforme possibilità di realizzazione».
Infatti, come spiegato dalla curatrice Forti, «ogni testo ha una sua forma: Maria Lai esplora questo mondo di forme e imita, attraverso il filo o l’incisione, ogni singola sillaba, vocale, consonante quasi fosse una nota e poi la distribuisce nello spazio, con il risultato che i materiali divengono più potenti della parola stessa». Barbara Jatta, direttore dei Musei vaticani, ha scritto: «Maria Lai è stata una delle più grandi personalità poetiche dei nostri tempi e ce ne stiamo via via accorgendo sempre di più in questi ultimi anni. Essa ha vissuto la sua lunga parabola creativa entro una dimensione intima, riservata, spesso privata, e al tempo stesso straordinariamente aperta all’inclusione della collettività, finanche all’“arte partecipata”».
Infine, l’assessore Gianni Chessa, il quale, portando l’orgoglio di tutta l’Isola, vede il progetto alla luce del «percorso di collaborazione sul turismo culturale-religioso attivato dalla Regione con la Conferenza episcopale sarda».
L’esposizione sarà visitabile ogni mercoledì pomeriggio previa prenotazione sul sito web della Biblioteca.