7 Giugno 2022
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Lollove - La consegna della bandiera rossa nelle mani del sindaco di Nuoro Andrea Soddu ha ufficializzato l’ingresso di Lollove tra “I borghi più belli d’Italia”. La cerimonia è avvenuta domenica 22 maggio alla presenza del presidente nazionale e del coordinatore regionale dell’omonima associazione, Fiorello Primi e Franco Cuccureddu. Si tratta, va detto, dell’esito di un percorso che ha radici molto poco “istituzionali” e che sarebbe stato impossibile senza l’impegno dell’associazione “UniAMOci Lollove”.
Una grande famiglia
«Questo e altri riconoscimenti – dice Roberto Chessa – sono il frutto di uno stato d’animo che si è generato a Lollove: “voler fare”, non fermarsi al progettare e sognare. Noi ci siamo uniti, ci siamo detti “iniziamo a fare”, diventiamo una grande famiglia. Tutte le persone che arrivano a Lollove – spiega Roberto – le identifichiamo come abitanti e questo le fa diventare parte della famiglia, generando dinamiche positive».
L’associazione “I borghi più belli d’Italia” si era già avvicinata a Lollove proprio grazie al coinvolgimento di “UniAMOci”, «prima che si muovesse il Comune, assaporando – dice ancora Roberto – questo stato d’animo». Il riconoscimento infatti è anzitutto a Lollove come borgo identitario prima che come borgo più bello d’Italia. «Normalmente i luoghi sono premiati per la bellezza, Lollove è stato premiato come borgo medievale per il potenziale, tutt’ora infatti ci sono cose che deturpano il paesaggio – riconoscono dall’associazione. La Sardegna e l’Italia hanno scoperto Lollove come luogo di tutti, come appartenenza, questo è stato il meccanismo che ha innescato il riconoscimento. Chi viene contribuisce a questa rinascita ». Non a caso la Repubblica ha titolato “Il borgo disabitato con più abitanti al mondo”.
Come tutto è iniziato
Lollove, in realtà, «era già un attrattore naturale», basti pensare a manifestazioni come “Vivi Lollove” e “Cortes apertas”, ma era vissuto solo in quei periodi. Il piccolo grande successo della casa museo, il cui libro delle firme raccoglie 174mila messaggi, contribuisce alla svolta. Servono lungimiranza e unità d’intenti. Roberto Chessa incontra Simone Ciferni che era negli Stati Uniti, si unisce Dino Tedde, c’è sintonia. «La volontà – racconta Roberto – era quella di ricreare dalla base un tessuto sociale, non partendo dai soldi ma dalle persone. Siamo partiti dalla socialità creando dei progetti e ciascuno si è ritagliato un ruolo in base alla propria capacità. Io mi occupo degli aspetti storico- culturali, delle escursioni naturalistiche e della pubblicità. Dino si occupa di insegnare ai nuovi abitanti le procedure per imparare a fare la pasta come si faceva un tempo, Simone si occupa dell’accoglienza e del soggiorno con il suo progetto Lollovers. Ciascuno ha il suo spazio». Il nome dell’associazione riassume questo impegno: “uni” unire, “AMO” amore, “ci” tutti.
Il futuro
Dopo il riconoscimento dell’associazione dei Borghi più belli c’è da pensare al futuro, che passa inevitabilmente per il rapporto con le istituzioni. Basti pensare alle sole infrastrutture, è necessario rimettere mano alla strada che porta al borgo, solo per fare un esempio. Della segnaletica poi, fino ad oggi, si sono occupati i cittadini. «Nel prossimo futuro l’obiettivo è rendere Lollove decoroso. Per questo – spiega Roberto Chessa – ci stiamo interfacciando direttamente con Regione e ministero della Cultura, non per entrare in logiche politiche che non ci interessano ma per dare un esempio. Ci portiamo avanti per capire come realizzare, il Comune ci segua».
«La giornata di domenica – afferma Simone Ciferni – è molto significativa non solo per l’effettiva ufficialità circa il percorso già intrapreso quanto la formalizzazione di un accordo. Per questo sistema bisogna avere degli standard, alcuni ci sono, altri no. È un volersi mettere in gioco da parte di privati e pubblico al fine di potere effettivamente mettere a progetto e lavorare sui punti critici da risolvere. È l’inizio di un percorso, abbiamo tempo due anni da quando si entra nel circuito per compiere dei passi e arrivare a raggiungere degli standard».
Il ruolo della Chiesa
Una presenza fondamentale per la vita del borgo è anche quella della Chiesa che è presente con una rettoria affidata a don Alessandro Fadda. «Questo riconoscimento – dice innanzitutto – premia la generosità che gli abitanti e gli amici pongono nella valorizzazione del luogo con molta attenzione e disponibilità. La realtà ecclesiale costituisce un punto di riferimento essenziale per la vita del borgo». Il rettore è sempre informato di ogni iniziativa e queste tengono sempre conto non solo degli ambienti che sono di pertinenza della chiesa di Santa Maria Maddalena ma anche alle celebrazioni. «La cura spi- rituale – sottolinea ancora don Fadda – ha sempre accompagnato la vita del borgo ed è riconosciuta. C’è un legame che si conserva, il riferimento ai luoghi è costante non solo nelle ricorrenze. L’identità si è costruita anche intorno alle realtà spirituali».
Quanto alle prospettive «occorre puntare alla conservazione e valorizzazione del tessuto delle relazioni. Colgo dal modo di rapportarsi – dice don Fadda – l’attesa nei confronti della Chiesa come presenza che crea e valorizza comunione. Va pensata – conclude – una proposta di carattere culturale e spirituale oltre alle feste. Lo stesso fatto che Lollove sia una rettoria è segno del fatto che si colgono le potenzialità di questo luogo».
Lollove è cultura. Teatro, musica, letteratura e multimedia
Tra le tante iniziative che puntano a far rivivere il borgo ricordiamo i percorsi deleddiani e, da ultimo, la rappresentazione dei moti de Su connottu portati in scena lo scorso 14 maggio con la direzione artistica di Gianluca Medas dagli attori della compagnia “I senza pretese” di Dino Tedde.
La scelta di Lollove, come dichiarato da Tonino Frogheri dell’associazione Paskedda Zau, sta proprio nel suo essere luogo “dimenticato”: «La protagonista di quei moti e il borgo son esempi – ha detto Frogheri – di come spesso la memoria si affievolisca fino a portare all’oblio». Da ricordare anche il progetto realizzato da Mousikè – in cofinanziamento con l’Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Sardegna nell’ambito del Por Fesr 2014-2020 – che ha portato alla realizzazione di un progetto multimediale culminato nella realizzazione del sito web www.smm-lollove.it e in una serie di eventi culturali e musicali a partire da La madre di Grazia Deledda.