29 Luglio 2022
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Dorgali - La stravaganza di uno straordinario disegno china e acquerello raffigurante “Caprette” realizzato nel ‘36 da un Salvatore Fancello appena ventenne, accoglie e conduce idealmente il lettore nel mondo dei “Pastori a Dorgali”, volume che custodisce, insieme ad una installazione e ad una raccolta fotografica, il racconto a più voci della realtà agropastorale dorgalese, presentato domenica sera dall’Associazione culturale Raichinas e Chimas ad una nutritissima platea di ospiti, riunita nel vasto cortile del caseificio della Cooperativa Dorgali Pastori in occasione del suo cinquantesimo anniversario; presenti, tra gli altri, l’Assessora Regionale all’Agricoltura Gabriella Murgia, il Prefetto di Nuoro Dott. Luca Rotondi e il presidenteregionale di Coldiretti Battista Cualbu.
Il progetto è il risultato di un lungo e ampio lavoro di ricerca storica, economica e sociale che prende spunto dal vivo racconto dei pastori e delle pastore dorgalesi. A fare gli onori di casa, la Presidente della Associazione Franca Carboni, Leonardo Salis, Presidente della Cooperativa Dorgali Pastori e la Sindaca di Dorgali Angela Testone.
Ricchissimo di spunti e di encomi il contributo offerto dal parterre dei relatori accompagnati nelle riflessioni da uno spassosissimo Giacomo Mameli, giornalista e scrittore: il Professor Giuseppe Pulina, ordinario di zootecnica presso il Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari, Sebastiano Mannia, professore di “Antropologia del paesaggio” presso l’Università di Palermo, Luca Saba, Dirigente della Confederazione Coldiretti e, chiamato ad intervenire dal pubblico il dott. Angelo Loi, “cervello dorgalese in fuga”, da quasi 40 anni strappato alla Sardegna dall’Australia, Continente che da valore alle sue importanti ricerche in agronomia.
Pineddu Cucca di 95 anni, Micchella Mandoi 90, Nicolina Marzane di 89, Teresa Fronteddu 95, Marianna Loi 96 anni, le giovani Nazarena, Maria Francesca e Caterina; Tatanu Milia, oggi 89enne racconta “… una vita da poveri, non ho mai conosciuto un capraro ricco io” e Leonardo Salis “dae cara a sa lama!”, avvertimento, che riceve ogni giovane pastore fin dal suo primo giorno … pensate al sacrilegio nel vedere tutto quel latte sversato …”: sono soltanto alcune delle oltre 40 preziose testimonianze di dedizione alla campagna, al gregge e alle capre raccontate in “Pastori a Dorgali”, libro che cerca di ripercorrere la storia del “lungo cammino del cambiamento”, non privo di momenti di tensione e di difficoltà e che ha generato valore a partire dalla nascita di una realtà di cooperazione la cui eccezionalità ha certamente superato i confini del territorio in cui si sviluppano le vicende narrate.
“Civiltà, non semplice cultura e soprattutto non solo attività economica”, si legge nel primo capitolo di un volume, ricco di documenti, immagini, dati, testimonianze storiche, in cui si ricostruisce, a partire dall’Editto delle Chiudende e passando per le annose vicende de “su cuntestau” e della lotta a favore delle terre pubbliche, protagoniste nella lotta anche le donne dorgalesi, l’origine storica di quel “esaltante momento di progettualità” che coincide con il periodo in cui quei terreni, nei salti di Isalle e Orroule, vengono finalmente acquistati dalla Regione Sardegna e acquisiti al Monte dei Pascoli per l’attuazione della riforma agropastorale: “Da questo momento ha inizio un’altra storia di vita, di produzione, di relazioni sociali. Su quei salti a lungo contesi oggi opera la Cooperativa di Isalle-Orroule costituitasi nel 1973 e cellula originaria della futura cooperativa che si occuperà della trasformazione del latte”.
“Qui incomincia una nuova storia […] Il pastore “stanziale” non più legato ai ritmi della transumanza, da singolo è divenuto componente di una struttura sociale con regole; l’uomo solitario ha imparato la convivenza e si è evoluto. Una vera, profonda rivoluzione” (Dario Capelli, in “Pastori a Dorgali”, 2022).
“La Cooperativa Dorgali Pastori, racconta Leonardo Salis agli oltre 400 presenti domenica, nasce il 26 ottobre 1963 e dopo 9 anni comincia a produrre; nasce con 42 soci, oggi ne conta circa 200. La cooperazione riesce sempre a garantire un miglior prezzo del latte, rispetto all’industriale […] e la nostra Cooperativa, alla quale conferiscono il 97% dei pastori di Dorgali, questo meccanismo lo ha capito da tanto tempo. Carta vincente la diversificazione produttiva: il latte per il 50% è utilizzato per la produzione del pecorino romano e per il restante 50% è destinato alla produzione di caciotte, frue, yogurt di capra e di pecora, spalmabili, formaggio senza lattosio, il latte fresco pastorizzato di capra che siamo gli unici a produrre in Sardegna. Solo così, l’andamento negativo del mercato del pecorino romano, può essere compensato dalla vendita degli altri prodotti così da essere il meno possibile ostaggio dei mercati”.
Cooperazione, diversificazione, ammodernamento, multifunzionalità, benessere animale e delle famiglie del pastore sono stati il filo conduttore del vivissimo dibattito che ha animato una serata straordinariamente partecipata dai tanti pastori presenti.
È conclusa la presentazione quando la luna già brilla su Monte Bardia e sul piazzale del caseificio ancora gremito e una inconsueta brezza, quasi una benedizione dell’intera serata, continua a soffiare mentre gli invitati, sorseggiando del buon vino, guardano scorrere, sulle note de “La preghiera del pastore” del musicista Sebastiano Dessanay, le oltre 500 immagini dell’archivio fotografico che l’Associazione Raichinas e Chimas ha donato alla Cooperativa Pastori. Davvero una bellissima serata per tutta la comunità, atteros annos!