Il presidente del consorzio Gianni Maoddi
Pecorino romano, iniziativa per fronteggiare l’emergenza
di Redazione

26 Aprile 2022

4' di lettura

“E’ un momento molto complicato, in cui l’intera filiera è soggetta a pesanti rincari, anche del 100%. Aumenti che vanno dall’energia ai carburanti, dalle materie prime fino ai cartoni per le confezioni, e poi mangimi, concimi e gasolio. Rincari che pesano sugli allevatori ma anche sui trasformatori, e che di fatto vanificano tutti gli sforzi fatti finora per portare il pecorino romano  a un valore mai raggiunto sul mercato, azzerando l’aumentato margine di guadagno per la necessità di dover far fronte a costi di produzione alle stelle”. L’allarme è del presidente del Consorzio di tutela del pecorino romano DOP, Gianni Maoddi, come riporta una nota dello stesso Consorzio.

L’iniziativa del Consorzio con le banche – Un’emergenza vera e propria, che potrebbe far precipitare le sorti del comparto. Perciò il Consorzio sta già facendo la sua parte per provare a limitare i danni. “Abbiamo negoziato con alcune banche l’aggiornamento dei costi di produzione del pecorino romano sottoposto a pegno rotativo, in modo da poter garantire un prestito più adeguato a chi ne faccia richiesta, per aiutarlo ad affrontare gli aumenti che interessano l’intera filiera”, spiega il presidente.

Il tavolo dell’ovicaprino – Su una produzione nazionale di 550 milioni di litri di latte, oltre 200 sono stati utilizzati nella campagna 2021 per la trasformazione in pecorino romano di 340mila quintali. “Sono numeri importanti che ci permettono di avere un posto da protagonisti al tavolo ovicaprino nazionale, ma che rischiano di essere compromessi da aumenti davvero senza precedenti, che come detto vanificano la maggiore remunerazione”, ribadisce Maoddi. Il tavolo convocato a Roma è stato anche l’occasione per illustrare alcune delle più importanti azioni messe a punto negli ultimi anni per sostenere, rilanciare e diversificare la Dop, con l’obiettivo di allargare la presenza del prodotto nei mercati internazionali, oltre che in quello nazionale. Intanto le modifiche al disciplinare di produzione, ora nelle mani del ministero che dovrà esaminarlo in conferenza delle regioni. “Ci auguriamo che da Roma si pronuncino in maniera positiva nel più breve tempo possibile, perché ci sono risposte commerciali importanti che dobbiamo dare al mercato”, dice Maoddi.

Il calo della produzione – La produzione di pecorino romano nel periodo fra ottobre 2021 e marzo 2022 segna un calo del 10% rispetto a quella della campagna precedente. Il motivo va cercato nella carenza di latte dovuta alla situazione non ottimale delle greggi, per i ritardi dei parti e soprattutto per la recrudescenza della blue tongue, per la carenza di pascoli ma anche di materie prime, che hanno generato anche un calo importante della resa casearia, circa 10.000 quintali di prodotto.

I prezzi attuali, le nuove vendite e la politica agricola da ripensare – Sul mercato oggi si rilevano prezzi mai registrati prima, influenzati dalla ridotta disponibilità della produzione 2021. “La nuova produzione sarà vendibile dal mese prossimo e da quel momento potremo valutare esattamente il livello dei consumi e dei prezzi”, spiega Maoddi sollecitando però un nuovo corso dell’intera politica agricola. “Oggi più che mai ci rendiamo conto che mancano le materie prime e siamo tutti costretti a pagare prezzi esagerati spostando la ricchezza altrove, il sistema deve essere rivisto, bisogna incentivare chi produce anziché dare aiuti inutili per non produrre e se poi la remunerazione non fosse sufficiente bisogna intervenire per riequilibrare il reddito della produzione primaria. E poi – conclude il presidente del consorzio – urgono incentivi ad agricoltori e allevatori per stare nelle campagne, cosa che risolverebbe il problema dello spopolamento e della disoccupazione creando  benefici per l’intera economia della nostra isola”.

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