22 Novembre 2022
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Nuoro - Dopo le polemiche sulla tappa mamoiadina di “Autunno in Barbagia” due sono in particolare gli oggetti di riflessione che attendono in generale all’organizzazione e alla natura della manifestazione. Il primo riguarda specificamente l’ordine pubblico e la sicurezza, in alcuni casi con code di auto chilometriche ma soprattutto con la totale congestione delle arterie dei centri abitati senza vie di fuga. Pur non essendoci stati incidenti, i partecipanti sono senza dubbio stati esposti a un rischio.
La seconda questione attiene più in generale l’economia generata da eventi di tale portata, economia che in alcuni casi resta sommersa.
Di questo (e di altro) abbiamo parlato con il Prefetto di Nuoro Luca Rotondi che ci ha accolto con simpatia e disponibilità per una chiacchierata piuttosto informale, ma che offre diversi spunti anche su questi temi.
Intanto – sottolinea Rotondi – «nessuna protesta, nessuna doglianza è arrivata alle autorità competenti». C’è però un punto sul quale il Prefetto è chiaro: «Nell’ordine delle priorità al primo posto va la sicurezza delle persone. È bene che queste manifestazioni si facciano, fanno bene all’economia, al territorio, in particolare all’interno che è in difficoltà, ma vanno fatte con una adeguata programmazione. Noi siamo a disposizione» – è il messaggio. In generale i passaggi potrebbero essere questi: la riunione preliminare del Comitato per l’ordine e sicurezza pubblica con il sindaco, successivamente il Questore convoca presso ufficio tecnico tutte le componenti che interverranno e si definisce un programma. «Questa strategia che per Nuoro ha funzionato bene si potrebbe replicare in tutti i comuni», suggerisce il Prefetto. «L’importante è fare rete», coinvolgendo non solo le forze dell’Ordine ma Polizie locali, mondo del volontariato, fino ai barracelli.
Dal punto di vista fiscale «bisogna fare uno studio, nell’ambito della complessa normativa vigente, anche con il supporto della Guardia di Finanza che è disponibilissima alla collaborazione».
Avviandosi verso la fine dell’anno è anche possibile fare un primo bilancio dell’attività della Prefettura per il 2022.
«Veniamo da periodo di chiusura, di difficoltà, ci sono segnali di ripartenza pur di fronte a un periodo che dà ancora molte preoccupazioni come la guerra o la crisi energetica. La Prefettura è osservatorio attento delle dinamiche del territorio. Ha un ruolo chiave di coordinamento delle Forze dell’ordine affinché i cittadini possano vivere una sicurezza non solo data da freddi dati numerici ma una sicurezza percepita, possano percepire che lo Stato c’è. Il numero dei reati tutto sommato, salvo qualche episodio, credo sia a un livello di accettabilità. Il quadro è positivo anche dal punto di vista degli incendi, «ora si fa un censimento degli eventi rapportandoli a quelle degli anni passati e vediamo come l’attività di prevenzione conti».
Sul piano della Protezione civile «stiamo dando costante stimolo in raccordo con la Regione». Il rischio idrogeologico è sempre dietro l’angolo, «prevenzione, programmazione, pianificazione», le parole chiave: si cerca di incoraggiare i sindaci a tenere Piani aggiornati, soprattutto operativi.
Nota dolente la sanità. «Seguiamo con la massima attenzione le proteste per le gravi carenze del personale medico e paramedico – sottolinea Rotondi -, abbiamo interlocuzioni con Regione e organi centrali, Ministero della Salute e presidenza del Consiglio. Non è tema di semplice soluzione, parte da lontano ma oggi ha conseguenze molto sentite dalla popolazione. La Prefettura cerca di fare da stimolo e impulso nel massimo rispetto della Regione che ha priorità decisionale e organizzativa per legge. Come Prefetto ho cercato di sviluppare con i sindaci un rapporto di collaborazione sempre più frequente su tutti i settori. I sindaci oggi, soprattutto nei piccoli comuni, hanno grandi difficoltà, li ammiro molto perché amministrare con poche risorse – sia finanziarie che dal unti di vista del personale – non è semplice».