8 Luglio 2021
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I ragazzi del rione situato attorno alla sede de L’Ortobene si riunivano per fare le loro partite di calcio nel campo collocato proprio dove ora sta la redazione e gli edifici ad essa adiacenti, che allora non esistevano. Stiamo parlando della fine degli anni Quaranta e dei primi anni Cinquanta. Quel campo sportivo era chiamato ‘de mussinnore’ perché a volerlo realizzare era stato monsignor Cogoni, vescovo di Nuoro negli anni Trenta. Aveva voluto che vi fosse pure una giostra adiacente al campo, dove i ragazzi si divertivano a girare, con grande spasso loro. Mario Lostia, nato in quel rione, bambino in quegli anni, racconta la realtà di allora. La tipografia dove si stampava L’Ortobene si collocava subito dopo l’arco che si trova nello scendere dalla cattedrale verso i giardinetti, sul lato sinistro. Poi su quel lato seguiva un muro che proseguiva sino alla via Guerrazzi. Gli edifici attuali su tale lato – sede della banca, bar, precedente sede del settimanale e sede attuale – non esistevano ancora. Veniamo alla festa dedicata al Redentore nel mese di agosto. Iniziamo ricordando che i fedeli giungevano da tutta la Sardegna, coi loro costumi e che – punto significativo – la sfilata di oggi era allora una processione di carattere strettamente religioso, con preghiere, canti e recita del rosario. C’é un altro fatto interessante che ha relazione con l’interesse di Paolo Pillonca – ricordato da noi precedentemente – per le gare poetiche. Ebbene, Mario accompagnava i genitori a seguire la gara poetica, in coincidenza con il Redentore, che si svolgeva nel cortile dell’attuale scuola primaria Podda. Il cortile si riempiva di ascoltatori, nuoresi e di altri paesi, che arrivavano là portandosi da casa le sedie. Nella palestra attuale della stessa scuola si tenevano rappresentazioni teatrali, una di questi si intitolava ‘tziu Badori, ed era recitata in campidanese Lostia parla di un altro fatto collegato alla via Guerrazzi e all’antifascismo di Pietro Mastino, la cui casa si affaccia sulla via suddetta. Ebbene, i fascisti nuoresi costruirono, per oltraggio, un orinatoio, proprio davanti al portone di ingresso di casa Mastino. E tziu Bertu Sulas, il calzolaio che inventava storie da raccontare ai clienti, storie di fantasia che egli spacciava per realtà, a cui molti credevano andando poi a ripeterle in giro. E la cantina sociale ‘Monserrato’ posta all’inizio del corso Garibaldi. Come mai a Nuoro una rivendita di vini avente il nome di quel paese del Campidano? Era gestita dal signor Mariniil quale – impresa non facile a quei tempi – era arrivato a Nuoro proprio dal centro campidanese, assieme alla famiglia, ai figli. Uno di questi, Pasquale, andato a caccia era stato ferito da un compagno e, mancando i soccorsi, era morto dissanguato. Mario – che per anni si è dedicato all’associazione di assistenza collegata alla Nuorese Calcio – porta dietro, nella memoria, storie interessanti sul passato di questa città. Varrebbe la pena di ascoltarle e di farle conoscere.