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L’Ortobene
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Direttore Responsabile:
Francesco Mariani
La Pasqua, festa della Resurrezione di Gesù, è la solennità più importante della religione cristiana. La sua data cambia, ma cade sempre di domenica, dopo l’equinozio di primavera e dopo la prima luna piena. La parola Pasqua deriva dal greco Pascha, che a sua volta deriva dall’ebraico Pesach che significa “passare oltre”, “passaggio”, e per gli Ebrei ricorda la fine della schiavitù in Egitto e l’arrivo in Palestina. Le due feste, cristiana ed ebraica, sono fortemente legate, infatti è in occasione della Pasqua ebraica che avvenne la morte di Gesù.
È una festività molto sentita dal punto di vista religioso, pensiamo alle suggestive processioni come la Via Crucis o a S’Incontru, ma anche dal punto di vista culinario. Infatti durante la Pasqua la tavola degli italiani si arricchisce di tanti piatti tipici (cassata siciliana, casatiello e pastiera napoletana, torta pasqualina, pecorelle di marzapane ecc), dal forte significato simbolico, molto più che in altre feste. Piatto principale è l’agnello, per i cristiani simbolo dell’innocenza e del sacrificio di Cristo e con un forte richiamo al mondo ebraico. Infatti si ricorda che nella notte dell’esodo gli ebrei ci cibarono di pane azzimo e agnello arrosto e che in quella notte si verificò la decima piaga d’Egitto, quando Dio ordinò a Mosè di bagnare le porte delle case con il sangue di agnello, per permettere all’angelo della morte di riconoscere le abitazioni degli ebrei e risparmiarne i figli. Altro cibo fortemente simbolico di questo periodo è l’uovo, simbolo di fertilità e rinascita in molte culture e, nella religione cristiana indicativa della rinascita e nello specifico della Resurrezione. In molti paesi del nord Europa e nei paesi di religione ortodossa ancora oggi è presente la tradizione di dipingere le uova per Pasqua e di farne delle piccole opere d’arte.
Il dolce per eccellenza di queste festività, la colomba pasquale, simboleggia la Pace e lo Spirito Santo. Può comparire anche nella versione di campana ad indicare la festa e la gioia per la Resurrezione. Sempre più diffuso anche da noi è il coniglietto di cioccolato, dolce pasquale tipico dei Paesi nordici e nel mondo anglosassone, simbolo di rinnovamento e cambiamento (in questo periodo, il coniglio cambia il colore del manto). Nonostante questi siano diventati dolci molto diffusi, in Sardegna non possono mancare sas hasadinas o casadinas o pardulas (chiamate in modo diverso in base alla zona). Di formaggio dolce di pecora e aroma di arancio nel Nuorese o di ricotta e zafferano in Campidano è un dolce che accumuna tutta la Sardegna. Ovviamente oggi è possibile trovarle in pasticceria tutto l’anno ma da tradizione è questo il loro periodo “naturale”, anche grazie al fatto che è in primavera che si ha maggior disponibilità di formaggio fresco e quindi anche di ricotta. La forma stessa di questo dolce ha qualcosa di simbolico, ricorda infatti un fiore o un piccolo sole e quindi ancora una volta legato alla primavera e alla rinascita. Infine tra i cibi tipici della Pasqua non si può non nominare il pane, altro elemento fondamentale della nostra tavola del giorno di festa e non solo. Per Pasqua, in alcune zone della Sardegna, è rimasta la tradizione di prepare “su pani pintau”, tradizionalmente donato ai bambini e che in tale occasione diventa ancor più elaborato e ricco assumendo diverse forme: pavoncella, corone, bambina, piccoli cestini, con l’inserimento nell’impasto di un uovo sodo (coccoi cun s’ou’, ‘coccoi de pasca’, ‘pippia con s’ou ecc). Il cibo non è solo semplice “nutrimento” ma è strettamente legato alla storia, tradizione, identità di un popolo. Festeggiare bene significa anche riscoprire le nostre tradizioni e il simbolismo associato ai cibi che nella nostra società sempre più moderna sta andando perdendosi. Mangiare bene significa anche riscoprire i piatti della tradizione e permettere di mantenere viva la nostra cultura. Buona Pasqua!