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L’Ortobene
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di Nuoro n. 35/2017 V.G.
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Direttore Responsabile:
Francesco Mariani
Con il termine “spezie” si indicano prodotti di origine vegetale utilizzati, in piccole quantità, per dare sapore a cibi e bevande. Sono state usate dall’uomo sin dall’antichità, influenzando l’economia di molte nazioni. Sempre considerate un indicatore di ricchezza, il loro valore economico era così alto da essere paragonato a quello dell’oro, per questo il loro commercio era in mano alle persone più facoltose, ai re e agli imperatori. Nel corso dei secoli per le spezie si sono combattute guerre, stretto alleanze e finanziato spedizioni come quella di Colombo, che portò alla scoperta dell’America.
Le spezie sono state utilizzate anche in ambito farmaceutico, per motivi religiosi, per le offerte e i rituali di sepoltura (al tempo degli egizi venivano usate per l’imbalsamazione, nel papiro “Ebers”, una sorta di manuale di medicina dell’antico Egitto si parla del loro uso) e per la tintura delle stoffe (quest’ultima ancora presente, si pensi a “su lionzu” orgolese tinto con lo zafferano).
Le spezie si ottengono da parti diverse (frutti, foglie, corteccia, fiore, radici) delle piante. Ad esempio la cannella si ricava dalla corteccia del cinnamomo, lo zenzero e curcuma dalle radici delle piante omonime, la noce moscata dai frutti essiccati della Myristica fragran, i chiodi di garofano (non derivano dal fiore garofano!) e lo zafferano, dai boccioli floreali, il sesamo dai semi, il pepe dalle bacche. In molti casi sono combinate in “miscele”: il curry, ad esempio, è un mix di 70 spezie diverse. Nella cucina italiana sono circa una trentina quelle utilizzate, ma il loro numero è decisamente molto più elevato, si pensi alla cucina indiana, africana, caraibica molto più “speziate”.
Tra le spezie “italiane” ricordiamo lo zafferano, particolarmente diffuso in Sardegna (principale regione per coltivazione e produzione). Lo zafferano di Sardegna è un’eccellenza ed è spesso chiamato “oro rosso”, per ricavarne un solo grammo, servono circa 200 fiori di Crocus Sativus, il che giustifica il costo piuttosto elevato. Ancora, il pepe considerato il “re delle spezie,” particolarmente apprezzato per il suo aroma intenso ed il sapore leggermente piccante, dato dalla piperina, un composto bioattivo a cui si deve la maggior parte degli effetti benefici. Quando si parla delle diverse varietà di pepe – nero, bianco e verde – si parla in realtà della stessa pianta, raccolta in diversi momenti della maturazione o lavorata con processi differenti, al contrario del pepe rosa che viene definito “falso pepe”.
Quello delle spezie è un mondo ricco di sapore, colori, profumi a cui si uniscono importanti proprietà benefiche per il nostro organismo. Il loro uso permette di esaltare i gusti dei cibi riducendo l’uso di sale e altri condimenti, inoltre molte di esse migliorano la digestione ed hanno proprietà antinfiammatorie e neuroprottetive. Le caratteristiche nutrizionali variano da spezia a spezia, ma tendenzialmente sono fonte di sali minerali, vitamine, fibre e sostanze antiossidanti.
È comunque doveroso ricordare che è consigliabile usarle con moderazione e in piccole quantità (il fatto che siano molto “costose” ci aiuta a ricordarlo!) perché un consumo eccessivo può avere effetti collaterali. Possono inoltre, essere controindicate in gravidanza, in concomitanza con alcune terapie farmacologiche e in presenza di patologie (calcoli biliari, malattie del fegato, reflusso gastroesofageo ect.). Le spezie sono quindi un valido aiuto per il nostro benessere, conoscerle al meglio ci permette di farne un uso sicuro e utile per il gusto e per la salute.