Colui che toglie il peccato del mondo
Commento al Vangelo di domenica 15 gennaio 2023 - II Domenica del Tempo ordinario - Anno A
di Michele Pittalis
Philippe de Champaigne, San Giovanni Battista indica il Cristo come agnello di Dio (particolare), 1645. Musée des Beaux-Arts, Grenoble
4' di lettura
15 Gennaio 2023

Ricorre per due volte nel Vangelo di questa domenica un’espressione di grande impatto, difficile da decifrare, quasi scomoda. Giovanni il Battista infatti afferma e ripete, riferendosi a Gesù: «Io non lo conoscevo». Senza entrare troppo nell’interpretazione del testo, viene comunque da pensare a quanto sia facile fraintendere la Persona di Gesù, quanto in realtà sia difficile “conoscerlo” davvero. Appare evidente che questa “conoscenza” è tutt’altro che intellettuale. Nel quarto Vangelo, quando si usa il verbo “conoscere”, lo si fa sempre in riferimento ad una conoscenza di carattere esperienziale, che nasce non da una speculazione, ma da un incontro.

Giovanni quindi afferma di non “conoscere” Gesù, eppure accoglie quella se sembra una rivelazione divina, indicando Gesù che passa con un appellativo dal profondo significato biblico: «ecco l’agnello di Dio». Quelle di Giovanni sono parole dal sapore così profetico, che sono entrate all’interno della Liturgia Eucaristica, proprio nel momento in cui il celebrante, quasi rinnovando il gesto di Giovanni il Battista, proclama la totale identità – nell’economia sacramentale – tra il Figlio di Dio e il pane appena consacrato. È lo stesso Gesù.

L’agnello rimanda evidentemente alla notte della Pasqua, quando il popolo di Israele si prepara a lasciare l’Egitto, con il suo giogo di schiavitù e sofferenza. Dio chiede al popolo che in ogni famiglia si prepari un agnello, senza difetti, e che con il suo sangue siano aspersi gli stipiti e l’architrave delle porte delle case degli Israeliti. È la notte della morte dei primogeniti, l’ultima delle grandi piaghe. Quel sangue protegge e salva il popolo di Israele. E anticipa in figura la potenza salvifica del Sangue del Redentore. 

L’agnello evoca mansuetudine, dolcezza, semplicità, ma anche sacrificio, immolazione, vittoria. Nel libro dell’Apocalisse un’immagine di grande potenza, ma in sé contraddittoria, descrive la vittoria di Cristo sulla morte: un agnello, sgozzato, eppure in piedi sul trono.

Gesù è il nuovo e definitivo Agnello di Dio. E la sua missione è appunto quella di “togliere il peccato del mondo”, non facendolo scomparire magicamente, né risolvendo tutto con un colpo di spugna. Quel “togliere” equivale esattamente a “prendere su di sé”. È così che Gesù ci ha liberato dal peccato, non soffocando la nostra libertà, ma caricandosi Egli stesso dei nostri peccati, delle nostre disobbedienze, della nostra malizia. 

Gesù inaugura la sua missione obbedendo pienamente alla volontà del Padre. Le parole della prima lettura, come già il Vangelo del Battesimo di Gesù, suonano come una solenne investitura. Gesù non è mandato solo a “restaurare” una parte, ma a ricreare il tutto. Non solo “servo”, ma “luce delle nazioni”, proprio perché la salvezza non è più riservata a pochi, ma offerta a tutti, come una realtà ormai già compiuta, che attende però la nostra libera e piena adesione.

Giovanni il Battista è stato mandato per battezzare nell’acqua, ma è un altro il battesimo di cui abbiamo bisogno e che Gesù è venuto a realizzare. Lo Spirito Santo, che scende e rimane su Gesù, è la vera “acqua” in cui dobbiamo essere immersi per essere salvati. Lo Spirito è l’amore stesso di Dio, l’amore trinitario, tanto “forte” e “sostanziale” da essere Egli stesso Persona. Essere battezzati nello Spirito Santo allora significa essere pienamente immersi nell’amore stesso di Dio, che il Figlio è venuto a rivelare e a donare. 

Giovanni il Battista è chiamato ad essere testimone. Il Vangelo di Giovanni assume spesso i tratti di un grande processo, in cui Gesù è l’accusato. Numerosi sono i testimoni dell’accusa, ma altrettanti sono quelli in favore di Gesù. Anche Giovanni “testimonia” per Lui. E, dopo averlo indicato come «agnello di Dio», ora annuncia chiaramente che è il Figlio di Dio, Solo Lui ci libera dal male, dal peccato dalla morte.

Condividi
Titolo del podcast in esecuzione
-:--
-:--