Solo Gesù è la perla preziosa
Commento al Vangelo di domenica 30 luglio 2023 - XVII Domenica del Tempo ordinario - Anno A
di Michele Pittalis
James Tissot, Il tesoro nascosto (1886-94), Brooklyn Museum
4' di lettura
29 Luglio 2023

Il capitolo XIII del Vangelo di Matteo, che ci contiene il grande “discorso in parabole” che Gesù offre ai suoi ascoltatori. Alle parabole del seminatore e del grano e della zizzania, seguono le “parabole del regno”, il granello di senape, il lievito, e, infine, le ultime tre: la parabola del tesoro nascosto nel campo, della perla preziosa e della rete gettata in mare, che condivide con la parabola del grano e della zizzania, un particolare aspetto escatologico.

La prima lettura riporta la preghiera di Salomone per ottenere il dono della sapienza nel governare. Quando Dio gli appare in sogno e gli chiede cosa desideri, emerge la sensibilità del nuovo re, figlio di Davide, erede della promessa fatta al padre. Con grande consapevolezza e umiltà, Samuele chiede a Dio «un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male». 

Letteralmente, l’espressione “cuore docile” andrebbe resa con “cuore in ascolto”. Ogni volta che siamo chiamati ad una missione o responsabilità di guida e di testimonianza, è necessario un cuore in ascolto. Questo è tanto indispensabile all’interno della comunità ecclesiale e civile, quanto all’interno della famiglia o della scuola. La prima e necessaria grazia che un genitore o un insegnante dovrebbero chiedere è di avere un cuore capace di ascolto. Ascoltare significa fare spazio all’altro, ma soprattutto riconoscerne l’unicità. 

Il desiderio della vera sapienza apre all’ardente ricerca della “preziosità” del Regno. Le prime due parabole sono costruite in modo parallelo. «Il regno dei cieli è simile a…»: è la formula che Matteo riporta per indicare come Gesù voglia delineare la nuova relazione tra Dio e l’uomo, ricorrendo pedagogicamente ad alcune immagini quotidiane. I protagonisti delle prime due parabole, sono significativamente differenti: nella prima probabilmente un agricoltore, nella seconda un uomo ricco. Il primo prova un tesoro nel campo, quindi lo nasconde di nuovo, vende tutto quello che ha e compra il campo, «pieno di gioia». Il ricco mercante, in continua e faticosa ricerca di cose preziose, trova una perla di grande valore, vende tutto quello che possiede e compra quella perla.

È evidente il messaggio centrale: il Regno, in definitiva Gesù stesso, costituisce la cosa più importante e preziosa, rispetto alla quale tutto il resto perde completamente di significato e di importanza. Vale perciò la pena, per possedere la vera gioia, abbandonare tutto ciò che è o può essere di impedimento alla nostra sequela, per riconoscere solo in Gesù l’unico e prezioso tesoro che nient’altro può eguagliare, e rispetto al quale tutto diventa superfluo.

La terza parabola propone l’immagine di una rete gettata nel mare, «che raccoglie ogni genere di pesci», richiama elementi già presenti nella parabola del grano e della zizzania, soprattutto in riferimento al giudizio finale. La figura della separazione tra i pesci buoni e i pesi cattivi rievoca infatti la mietitura finale con la separazione del buon grano dalla cattiva zizzania. Verrà quindi un momento in cui saremo chiamati a rendere conto del dono della vita e della grazia che abbiamo ricevuto. Tuttavia, dobbiamo custodire nel cuore la speranza, perché anche se in certi momenti sembra che i pesci “cattivi” surclassino quelli “buoni”, il Signore conduce tutta la storia ad un giorno di verità. 

Con San Paolo, infine, ci riconosciamo destinatari di una speciale chiamata, inseriti nel grande piano della salvezza, predestinati ad essere «conformi all’immagine» di Gesù, fino alla glorificazione, termine ultimo e compimento dell’itinerario battesimale e vocazionale di ogni cristiano. 

In un sincero cammino di discepolato occorre fermarsi ogni tanto e chiedersi che cosa stiamo cercando e cosa consideriamo prezioso. La vera sapienza, che dà sapore alla vita, consiste infatti nella ricerca e nel godimento della presenza di Gesù. Tutto il resto può solo apparentemente placare il nostro bisogno di amore e di senso. Gesù solo basta.

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