A proposito di Amore
Una parola con forme e significati diversi
di V C Liceo Classico Asproni di Nuoro
5' di lettura
23 Aprile 2022

Studiando la lingua greca, non è raro trovare parole che, all’apparenza, si presentano come aventi lo stesso significato: il bello dello studiare il mondo greco è proprio riuscire ad individuare le differenze, i piccoli dettagli che ogni parola nasconde dentro di sé. Questo è sicuramente il caso della parola Amore che in greco ci viene presentata con tre forme e significati diversi.

Un’etimologia forse non vera ma estremamente poetica e suggestiva vuole che derivi dal latino a- mors, senza morte, come ad indicare che l’amore vince la morte. Nella lingua greca non esiste un termine universale per riferirsi all’amore ma sono molte le denominazioni attribuite a questo sentimento.
Tutte si differenziano tra loro poiché mettono in luce sfumature diverse di questa passione dell’animo.
In particolare sono presenti tre termini per indicare l’amore, in modo da poterne costudire ogni particolarità e sfumatura.

Nel vocabolo Eros (in latino amor) l’amore si configura come passione e desiderio, dunque nella tensione ad un compimento come è insito nell’etimologia di desiderio, composto dalla preposizione de-che in latino indica un movimento discensionale dall’alto verso il basso e dal termine sidus che significa, letteralmente, stella: desiderare significa, quindi, letteralmente,“ essere lontani dalle stelle”, nel senso di “ avvertire la mancanza delle stelle”. Nella mitologia latina è conosciuto come Cupido o Amor.
Il termine greco deriva dal verbo “amare ardentemente, bramare”.
Esso può anche riferirsi alla contemplazione di enti astratti o desiderio di aspetti materiali della vita, per esempio l’azione del bere o del mangiare, o rappresentare la spinta verso la bellezza. Il filosofo Platone nel Simposio ricorda la genealogia di Eros così come a Socrate è stata riferita da Diotima.
Nel mito platonico il dio dell’amore venne concepito da Penia, il cui nome rimanda alla povertà e alla privazione, e da Poros che indica l’“Espediente” e la “Risorsa”. Eros dunque eredita le caratteristiche di entrambi i genitori: della madre porta con sé lo stato di privazione, di desiderio e dal padre l’astuzia sagace con cui cerca di soddisfare le sue aspirazioni.
L’eros secondo Platone è una spinta profonda verso l’infinito, «una ricchezza del cuore» come lo definì Giovanni Paolo II, la quale ci fa comprendere che siamo fatti per essere dono.

La parola Filia (in latino amicitia) indica appunto un rapporto di amicizia, cioè un’alleanza basata sulla reciproca fiducia e condivisione, dalla quale scaturisce un’autentica e profonda communio personarum, che ci induce, oltre che ad essere migliori, a prenderci cura della vita dell’altro come se si trattasse della propria.
È dunque un sentimento basato sull’affetto e la simpatia, caratterizzato dalla condivisione di intenti, interessi e dalla gioia di stare insieme.
Delinea un amore spassionato e virtuoso forgiato dal rispetto reciproco tra due persone, fatto di complicità ed affiatamento. Quindi è strettamente legato al concetto di lealtà e rispetto dell’altro.

Il termine Caritas rappresenta una delle tre virtù teologali, la carità, ed esprime un amore disinteressato e di ragione.
Nella teologia cristiana rappresenta l’amore di Dio nei confronti dell’umanità e lo stesso affetto smisurato che si esplicita attraverso opere di misericordia verso il prossimo. Deriva dal verbo “ἀγα Aάω”, che significa “ho caro, tratto affabilmente”. Descrive un amore divino, totale ed al contempo totalizzante, che essendo nel tempo ed oltre esso, esprime quella bellezza «tanto antica e tanto nuova» che consiste nell’eternità, perciò stesso è un amore incondizionato, il quale non solo ci ha proceduti ma ha anche la capacità di chiamarci per nome e mostrarci che la nostra vita è bella, voluta ed amata in ogni istante, oltre ogni fallimento o sconfitta.
San Paolo nella Prima lettera ai Corinzi celebra questo amore nelle forme tipiche dell’inno, risaltando il suo valore e significato.

In conclusione possiamo notare come una parola all’apparenza semplice, un concetto all’apparenza semplice, come l’amore, in realtà è ricco di così tante sfumature che i greci non solo sono riusciti a cogliere in maniera ammirevole, ma hanno fatto in modo di lasciarci in eredità la consapevolezza che ci sono diversi tipi di affetto, diversi tipi di amore, e noi siamo in grado di poterli provare tutti.


Gli autori. A cura degli alunni della classe V C del Liceo “Asproni” di Nuoro: Giampaolo Biscu, Luigi Buttu, Angela Congiu, Marianna Paola Delrio, Viola Erittu, Emanuela Fadda, Leonardo Fele, Francesca Ladu, Cristiana Mallocci, Isabella Modolo, Camilla Pitzalis Coordinamento didattico: Venturella Frogheri

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