A proposito di Ius
Sebbene questo termine sia nato millenni fa, esso è ancora estremamente attuale e sopravvive in diverse espressioni
di IV B Liceo Classico Nuoro
Busto di Cicerone
4' di lettura
26 Gennaio 2024

Ancora una volta la lingua latina si dimostra un autentico patrimonio di termini e locuzioni che vivono e perdurano nel nostro tempo, parole in movimento che continuano a conservare la loro pregnanza di significato. È il caso della parola Ius, che significa propriamente «diritto». Sebbene questo termine sia nato millenni fa, esso è ancora estremamente attuale e sopravvive sia nelle espressioni giusto, giustizia sia nel libero esercizio stesso di essa con la giurisprudenza, usata ad indicare la conoscenza e la scienza del diritto. Molto interessante appare sicuramente l’indagine etimologica, finalizzata a renderci autenticamente consapevoli della esatta valenza del termine. Ius deriva dalla radice del latino Ju che significa legare: è vero infatti che il diritto altro non è se non l’insieme di leggi che lega una comunità determinando ciò che è permesso e ciò che è vietato. In questo senso il diritto è alla base di ogni forma di coesione sociale ed è alla base della civiltà: infatti ha allontanato gli uomini dalla loro primitiva vita ferina e selvaggia, connotata dalla violenza, fondando appunto la societas. Gli uomini, dice appunto Cicerone, quando non era stata scritta ancora né una legge naturale né una civile, (nondum neque naturali neque civili iure descripto), erravano sparsi e dispersi per i campi. Una volta stabilita una legge sia divina che umana, (invento et divino iure et humano), si attua la costituzione delle prime associazioni di uomini, che in seguito furono chiamate cittadinanze. 

Sembrano particolarmente significative alcune locuzioni che chiariscono il valore del termine sopra espresso. Ius est ars boni et equi: «il diritto è l’arte di ciò che è giusto ed equo». Celso definisce il diritto come un’arte poiché di fatto esso determina uno stato di armonia e stabilità di una società. 

Affinché questo sia possibile è però necessario che ci sia un rapporto di compartecipazione tra i valori e la giustizia, pertanto, se esso venisse a mancare, le leggi non rispecchierebbero il pensiero comune.

D’altra parte i valori servono proprio a questo, infatti, come disse Cicerone: Summum ius summa iniuria, ossia «assoluta giustizia è assoluta ingiustizia» in quanto l’applicazione rigida, indiscriminata di una norma sarebbe una dittatura. Lo stesso concetto prima di Cicerone era stato già espresso in epoca arcaica dal commediografo Terenzio quando afferma che somma giustizia equivale spesso a somma malizia.

Un altro significativo concetto, davvero molto importante, legato al diritto, è espresso anche nella frase: salus populi suprema lex esto, che significa «la salute del popolo sia la Suprema delle leggi» in una società, infatti, la priorità dovrebbe essere la comunità e non un singolo individuo perché, se si parla di comunità, si pensa ad un gruppo di persone accomunate da leggi, valori e tradizioni comuni e condivise. Si tratta di un concetto che può sollecitare riflessioni profonde soprattutto in un’epoca come la nostra, spesso dominata da forme di individualismo tale da determinare comportamenti ed atteggiamenti fondati su una egoistica difesa dei propri interessi personali fatti prevalere su quelli della comunità e non sempre quindi ispirati alla giustizia.


A cura degli alunni della classe IV B del Liceo Classico “G. Asproni” di Nuoro:

Nicola Alpigiano, Francesca Capurso, Fabiola Carta, Beatrice Delpiano, Stefano Deriu, Marta Dessena, Emma Gaias, Rosella Fronteddu, Gianmario Mureddu, Giuseppe Obinu, Emanuele Pinna, Marisa Piras, Pasquina Salis, Komil Teresa Singh, Paola Vilia, Angelica Zanda 

Coordinamento didattico: Venturella Frogheri

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