Santa Lucia, paesaggi e passaggi
Storia. Seconda edizione della rassegna nata dall'idea di Antonietta Bonino
di Lucia Becchere

21 Settembre 2022

4' di lettura

Santa Lucia - Il 10 settembre scorso, nella chiesetta di Santa Lucia si è svolta la 2^ edizione (la 1^ risale al 2017) della rassegna “Santa Lucia, paesaggi e passaggi”, nata dall’idea dell’archeologa Antonietta Bonino, scomparsa nel 2020, che riteneva la borgata «vocataall’approdo, agli incontri, ai passaggi e alla riflessione sul passato per la sua storia millenaria e per il suo singolare Genius Loci». Il simposio è stato promosso dal comitato organizzatore formato da Pietro Bellu, Tonino Canu, Caterina Mameli, Ninni Pigozzi e Antonello Pipere. A dare il benvenuto ai partecipanti, il parroco don Ciriaco Vedele e il sindaco di Siniscola Gian Luigi Farris.

L’architetto Ninni Pigozzi, nel suo discorso introduttivo, ha sottolineato come gli atti pubblicati in Santa Lucia, paesaggi e passaggi intendono documentare l’evoluzione storica e sociale del territorio, ma anche onorare la memoria della Bonino che col suo lavoro ha favorito i rapporti culturali e gli studi specifici del paesaggio.

Antonello Pipere si è soffermato sul contributo scritto della Bonino datato un anno prima della sua morte da cui si evince una certa continuità col suo ultimo intervento sugli scavi fatti a pochi metri dalla chiesetta del borgo marino e dove l’archeologa esprime la sua convinzione in merito ai benefici che tutto il territorio potrebbe trarre nel collegare e mettere in rete i diversi siti. 

Fra i numerosi interventi quello del giovane di Posada Francesco Frau che ha illustrato la figura di Giovanni Giuseppe Coco Tolu (1643) «modello di virtù e forza da seguire». Nel suo Dal Rio di Posada al fiume Panamà. Storia di una missione tra il XVII e XVIII secolo, Frau colloca il religioso nel contesto sociale e storico del 600/700 quando i gesuiti sardi si sono ritrovati ad operare nelle missioni. Entrato nella Compagnia di Gesù, Coco Tolu si recò in Paraguay e in Argentina per evangelizzare gli indios prestando la sua opera tra i Chiriguanàs, popolazione diffidente e vendicativa che vanificava ogni suo impegno. Si racconta che il gesuita fu vittima di un tentato omicidio da parte di un indio. Nel 1710, per le sue precarie condizioni di salute gli venne affidato il ruolo di confessore che esercitò fino alla morte avvenuta nel 1717.

“Le ville di Posada, Sollai, Arischion e Stellaria nella Curatoria di Posada (sec. XIV)” sono state illustrate da Enrico Deledda che ha ricordato le condizioni socio-economiche e fisiche-ambientali dei piccoli borghi, la trasformazione del paesaggio, le risorse e le attività lavorative a cui erano dediti gli abitanti delle ville.

La storia della famiglia Visconti e del viaggio in Sardegna nel 1263 dell’arcivescovo di Pisa Federico Visconti è stata riproposta da Angelo Castellaccio. «Le vicende tortuose, gli interessi e le macchinazioni dei personaggi e delle istituzioni di altre realtà territoriali ricadono negativamente sugli abitanti dell’isola». Si legge nella relazione di viaggio dell’arcivescovo. Salvatore Moreddu si è soffermato sulla storia del mercante genovese Lazzaro Linaro (1696) giunto in Sardegna nella prima metà del ‘700 quando il commercio gravitava nei porti di Orosei, La Caletta e Santa Lucia. Carismatico e potente, dalle molteplici attività e dai mille volti, abile nel perseguire i propri interessi senza scrupoli, Lazzaro Linaro, dopo aver subito diversi processi a causa di un susseguirsi di eventi economici fallimentari che minarono la sua salute, fu costretto all’immobilità fino alla morte avvenuta nel 1749.

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