22 Giugno 2023
3' di lettura
Presidente del circolo Acsit di Firenze (Associazione Culturale Sardi in Toscana), da tre mandati l’oranese Angelino Mereu si dedica alla riscoperta delle tradizioni della sua terra e dopo alcune pubblicazioni sull’artigianato locale e su Costantino Nivola ora ha lanciato la collana “Sardus Paper”.
Come nasce l’idea della collana?
«La collana “Sardus Paper”, da me ideata e curata, nasce dalla grande passione che nutro per tutto quello che riguarda la Sardegna e dalla volontà di voler condividere le mie ricerche e “scoperte” con chi condivide tali passioni. I fascicoli puntano al recupero di scritti del passato dedicati alla Sardegna e alla pubblicazione di scritti originali di autori contemporanei.
“Sardus Paper” si caratterizza per una tiratura limitata a solo 60 copie numerate, particolarmente curate dal punto di vista grafico, e destinate a un pubblico selezionato amante delle rarità bibliografiche e, nel contempo, della Sardegna. La distribuzione delle pubblicazioni avviene tramite il sito della Casa Editrice Nardini dove si possono reperire tutte le informazioni per l’abbonamento annuale o per l’acquisto dei singoli fascicoli.
Finora sono usciti sette numeri in quanto ho iniziato con un numero “Zero” dedicato a Marianna Bussalai attraverso il quale ho sondato che tipo di accoglienza poteva avere l’idea. Le risposte sono state subito positive, e così, a partire da gennaio ho dato il via al progetto.
I numeri sinora pubblicati hanno spaziato dai racconti di viaggio all’arte, dalla letteratura alla cronaca. A marzo, ad esempio, ha riproposto lo scritto di Giuseppe Dessì del 1949 “Le donne sarde”. È uno scritto che nell’edizione “Sardus Paper” assume un valore particolare grazie alla prefazione della professoressa Anna Dolfi, docente di letteratura contemporanea e Accademica dei Lincei, e alle bellissime illustrazioni appositamente realizzate dal Maestro Francesco Del Casino».
Quale attività svolge il circolo dei sardi di Firenze?
«Quest’anno festeggia i 40 anni dalla fondazione, ha sempre puntato, più che ai singoli personaggi, alla valorizzazione delle eccellenze sarde. Negli anni abbiamo contribuito a organizzare e promuovere eventi mirati alla promozione della cultura isolana e delle imprese. Una visione a tutto tondo, dunque, per dare un’immagine positiva e produttiva della Sardegna. Un ruolo da “ambasciatori” che noi sardi residenti fuori dalla Sardegna ci assumiamo volentieri nell’interesse della nostra terra d’origine»
E in Sardegna, questo vostro capillare lavoro di sostegno e promozione, come viene recepito?
«La Regione Sardegna, i comuni e le istituzioni sono consapevoli che i circoli sardi, in Italia e nel Mondo, rappresentano uno strumento fondamentale per far conoscere la nostra isola, non solo ai sardi che vivono fuori, ma anche ai tanti amici non sardi che si iscrivono e che frequentano i nostri circoli. Al prossimo evento, “Poetas e Emigrados” (1-2 luglio) che si terrà a Orune, ad esempio, e riguarderà l’emigrazione, interverranno con le loro testimonianze i presidenti, compreso il sottoscritto, di diversi circoli sardi del Continente».