27 Settembre 2023
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Lo scorso 12 settembre si è tenuta la riunione della conferenza scolastica provinciale convocata dal commissario della Provincia Costantino Tidu per discutere sulle linee guida sul dimensionamento scolastico per il 2024/2025 emanate dalla Regione.
In base ai dati dell’organico di diritto 2023/2024 in Sardegna sono presenti 270 Autonomie scolastiche, per l’anno scolastico 2024/2025 il contingente di dirigenti scolastici assegnato alla Sardegna è pari a 228 unità, pertanto le Autonomie esistenti dovranno passare da 270 a 228.
La distribuzione dei dirigenti scolastici e il loro numero è stabilito in base al numero degli abitanti, questo significherebbe per la provincia di Nuoro la perdita di dieci autonomie scolastiche.
Diversi sindaci hanno già espresso la propria contrarietà alla prospettiva aperta dal documento predisposto dalla Regione, tra questi anche il primo cittadino di Nuoro: «La conseguenza – ha detto Andrea Soddu – sarebbe che molti istituti dovrebbero essere accorpati, a discapito di una gestione accurata degli stessi, quindi della qualità dell’offerta formativa per i nostri studenti. Una prospettiva inaccettabile che respingiamo con forza, sollecitando la Regione, qualunque schieramento politico vada a governarla, si doti di una legge sarda sull’istruzione, attagliata sulle specificità della nostra terra. Vivere su un’isola al centro del Mediterraneo – ha proseguito – non è la stessa cosa che farlo in Umbria, in Lombardia o nel Lazio. Abbiamo peculiarità che non si trovano in nessun’altra regione italiana e per questo dobbiamo poter pianificare una nostra rete scolastica senza dover sottostare ai parametri nazionali.
In cambio di questa autonomia la Regione, anziché sprecare risorse o trovarsi ogni anno con un avanzo di amministrazione di centinaia di milioni di euro, pagherebbe l’eventuale quota aggiuntiva rispetto ai finanziamenti ministeriali destinati all’istruzione. Solo così – ha concluso Soddu – riusciremo a disegnare la nostra scuola tenendo realmente conto delle caratteristiche della Sardegna e soprattutto delle zone interne. Solo così potremmo pensare di offrire ai nostri giovani un’istruzione all’avanguardia».