Scuola, senza nati sempre meno iscritti
Il focus. I dati sulle iscrizioni alla Primaria e alle Secondarie di I e II grado in città e provincia
di Franco Colomo

23 Febbraio 2023

8' di lettura

Nella settimana in cui la Svimez ha certificato il divario tra Nord e Sud dell’Italia (“Un Paese, due scuole”), l’Ufficio scolastico provinciale ha messo a nostra disposizione il monitoraggio sulle iscrizioni alla prima classe delle scuole Primaria, Secondaria di primo grado (le scuole medie)
e Secondaria di secondo grado (gli istituti superiori) della provincia. Prima di passare ai numeri sono utili alcune precisazioni, che arrivano dall’Ufficio stesso. Non è possibile dare conto delle iscrizioni alla scuola dell’infanzia perché ancora gestite in forma cartacea da ogni singola Istituzione. I dati sono da considerare parziali, non ricomprendono infatti le iscrizioni “ritardate”, cioè di coloro che per dimenticanza o indecisione si sono riservati di formalizzare l’iscrizione dei propri figli in data successiva. Non costituiscono infine certezza di effettiva iscrizione sul plesso, dato che è sempre possibile in questa fase che alcuni iscritti migrino verso altri Istituti di questa o di diversa provincia o regione.

Scuola Primaria
Partiamo dagli iscritti alla scuola primaria. In città i due plessi dell’Istituto comprensivo 1 Podda e San Pietro hanno ricevuto rispettivamente 49 e 14 iscrizioni. Al Calamida e al Rione Italia del Nuoro 2 Borrotzu gli iscritti sono 44 e 27. Al Maccioni (comprensivo 3) 53. In via Carbonia 7 iscritti, a Biscollai 28 (entrambi comprensivo 4 Deledda). Rispetto agli iscritti alle classi prime dello scorso anno in crescita gli iscritti ai plessi Podda, Calamida e Maccioni, in calo tutti gli altri da San Pietro a via Carbonia dove gli iscritti si sono dimezzati. Nei paesi della Diocesi regge Gavoi con 17 iscritti, cresce Ollolai con 10 (erano 2 lo scorso anno), Orani ha 25 iscritti, Sarule 5.
Iscritti in calo a Ottana e Orotelli (rispettivamente 11 e 13), regge Orgosolo con 30, cresce Irgoli con 26, Galtellì ne perde 10 fermandosi a 15. In Baronia stabile Torpè (19) Lodè ne ha 3, Posada 14. Bitti conta 21 iscritti, Lula 9 come Orune in calo rispetto ai 12 dell’anno scorso.
A Orosei crescono gli iscritti, sono 53 (erano 44 l’anno scorso), regge Siniscola con rispettivamente 43 e 23 iscritti al Gramsci e al Bernardini. Di quest’ultimo istituto comprensivo fa parte anche La Caletta con i suoi 23 iscritti. A Oliena la scuola Santa Maria ne perde 10 passando da 32 a 22, Predu Murta passa da 12 a 16. A Dorgali cresce il Gisellu con 40 iscritti, in via Cervi gli iscritti sono 12 (erano 26), a Gonone sono 16, raddoppiati rispetto allo scorso anno. Fonni è in leggero calo passando da 31 a 28 iscritti, cresce Mamoiada passando da 16 a 24 iscritti.

Secondaria di I grado
Tutti gli istituti di Nuoro, tranne il Maccioni, sono in calo. Lieve per San Pietro che conta 40 iscritti (erano 43 in prima lo scorso anno), il Borrotzu passa da 117 a 96, Biscollai da 47 scende a 38, il Maccioni potrà contare su 88 iscritti (erano 64). Nei paesi Olzai e Oniferi cancellano lo zero dalla casella iscrizioni, ne hanno raccolto rispettivamente 5 e 4. Gavoi ne conta 23, Ollolai 11. Orani ne ha 20, Sarule 11.
Ottana ha 16 iscritti, Orotelli 18 (ne aveva 25), Orgosolo ne conta 32. Irgoli si attesta su 35, Galtellì è in calo passando da 34 a 29. Anche Lodè si libera dello zero passando a 7, cresce Torpè con 23 (erano 17), come Posada con 27 (erano 17 l’anno scorso).
Cresce di una decina Orosei che ha 68 iscritti, a danno di Siniscola che ne perde 10 fermandosi a 57, stabile La Caletta con 42. Cresce Bitti con 25 (erano 14), Lula cancella lo zero passando a 7, stabile Orune con 16. Calo per Oliena che passa da 67 a 52, e anche a Dorgali che scende da 100 a 79. Stabile Fonni con i suoi 33 iscritti, Mamoiada passa da 31 ai 25 di quest’anno.

Secondaria di II grado
Si era detto la scorsa settimana, della preferenza nelle scelte degli studenti sardi, accordata ai licei. A Nuoro lo Scientifico e Linguistico Fermi ha raccolto 223 iscritti, gli alunni delle prime erano lo scorso anno 314. Al Classico gli iscritti sono 107 (erano 121), stabile il Liceo Satta con 90 iscrizioni. In crescita il Liceo Scientifico di Dorgali e quello di Siniscola, il primo con 38 iscritti, il secondo con 43. Tra i Licei rientra anche l’Artistico Ciusa al quale si sono iscritti 46 studenti. Al Ciusa appartengono anche l’Itcg con 10 iscritti, il Tecnico industriale con 30, e l’istituto Geometri con 11, tutti in lieve calo. L’istituto Volta propone vari indirizzi, l’Ipaa (professionale per l’agricoltura e l’ambiente) è stato scelto
da 4 studenti, l’Ipsia da 30, l’Agrario si conferma con 51 iscritti, il Tecnico industriale scende a 17.
A Siniscola l’Ipsasr (servizi alberghieri e ristorazione) ha 58 iscritti, mentre l’Itcg Oggiano è sceso a 64. Chiude l’Itc di Orosei con appena 5 iscritti.

Il quadro
I numeri, pur non ancora definitivi, come detto in premessa, si inseriscono nell’ampio quadro di emergenza demografica nel quale l’Italia e la Sardegna sono precipitati ormai da anni e di cui non si vede la fine fin quando la politica continuerà a disinteressarsi della natalità. Tutto ciò impone ai nostri dirigenti scolastici – posto che una seria riflessione sulla scuola a livello di politica regionale e locale manca ormai da anni – un ripensamento in termini di progettualità, di impiego delle risorse umane prima che economiche, in un contesto che veda gli istituti compartecipi di una stessa missione educativa piuttosto che concorrenti nell’accaparrarsi i pochi studenti rimasti su piazza.

Come se non bastasse occorre fare i conti con un contesto nazionale nel quale il Mezzogiorno è ancora una volta indietro rispetto alla parte più ricca del Paese. Nascere al Sud, secondo l’ultimo rapporto della Svimez, significa “perdere” un anno di scuola rispetto al Nord data la mancanza di tempo pieno, infrastrutture e risorse. Per effetto delle carenze infrastrutturali, solo il 18% degli alunni del Mezzogiorno accede al tempo pieno a scuola, rispetto al 48% del Centro-Nord. In Sardegna il tempo pieno è appannaggio del 36,43% degli studenti. Nel Mezzogiorno, circa 650 mila alunni delle scuole primarie statali (79% del totale) non beneficiano di alcun servizio mensa, in Sardegna la percentuale è del 64,24%.
Circa 550 mila allievi delle scuole primarie del Mezzogiorno (66% del totale) non frequentano inoltre scuole dotate di una palestra. Il 57% degli alunni meridionali della scuola secondaria di secondo grado non ha accesso a una palestra; la stessa percentuale che si registra nella scuola secondaria di primo grado.
La Svimez ha anche analizzato la dinamica dell’intensità dell’intervento pubblico nell’istruzione, la spesa si è ridotta del 19,5% al Sud contro l’11,2% del Centro-Nord, mentre gli investimenti sono crollati del 30% nel Mezzogiorno. Questi dati incrociano pericolosamente il trend demografico con risultati allarmanti: tra il 2015 e il 2020 il numero di studenti del Mezzogiorno (dalla materna alle superiori) si è ridotto di quasi 250.000 unità (-75.000 nel Centro-Nord).

Per il direttore di Svimez, Luca Bianchi, occorre invertire subito il trend: «Il Pnrr è l’occasione per colmare i divari infrastrutturali, tuttavia l’allocazione delle risorse deve essere resa più coerente con l’analisi dei fabbisogni di investimento, superando i vincoli di capacità amministrativa – ha spiegato –. La priorità oggi è rafforzare il sistema di istruzione soprattutto nelle aree più marginali, sia del Sud che del Nord. Garantendo asili nido, tempo pieno, palestre, rafforzando l’offerta formativa dove più alto è il rischio di abbandono».


La crisi delle paritarie.

Dal 2000 (anno di approvazione della legge 62 sulla parità scolastica) ad oggi, le scuole paritarie hanno perso il 38,11% degli allievi, passando da 1.186.667 a 734.415. Lo dicono i dati del Ministero e quelli elaborati dal Centro studi scuola cattolica della Cei. Un crollo dovuto in parte al calo delle nascite (la scuola statale ne ha perso però “solo” il 3,4%), ma soprattutto al fatto che tantissime scuole non statali sono state costrette a chiudere, per via degli ingenti costi di gestione, a fronte di un contributo statale più che residuale. Negli ultimi undici anni hanno chiuso 1.669 scuole paritarie (-12,12%), di cui 1.542 cattoliche (-16,46%) e 127 di gestori “laici” (-2,89%). Considerando soltanto le paritarie cattoliche, il calo più consistente riguarda la scuola dell’infanzia.
Negli ultimi undici anni hanno chiuso 1.310 materne (-18,58%), mentre i bambini iscritti sono precipitati da 453.757 del 2010-2011 a 302.730 del 2021-2022, pari a 151.027 iscrizioni perse (-33,28%).

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