Giuseppe Toniolo
Settimane sociali, da Pistoia a Trieste
Un lungo percorso cominciato nel 1907 e proseguito con difficoltà fino alla ripresa nel 1991
di Redazione

7 Luglio 2024

4' di lettura

Le settimane sociali dei cattolici italiani nascono sull’onda dell’enciclica Rerum novarum di Leone XIII, considerata l’atto originario della Dottrina Sociale della Chiesa. All’inizio si tratta di una riunione di studio per far conoscere ai fedeli il vero messaggio sociale cristiano e per far sì che questo messaggio animi la costruzione della società. «Un contributo qualificato al pensiero sociale e politico che accompagna la presenza dei cattolici nella società»: così ne parla Giuseppe Toniolo che, insieme al cardinale Pietro Maffi, organizza la prima settimana sociale dei cattolici italiani a Pistoia, nel settembre del 1907. Non sono anni facili: lo stato unitario si afferma in contrasto alla Chiesa e, dopo il non expedit di Pio IX, i cattolici non partecipano alle elezioni politiche. L’incontro di Pistoia è una reazione a queste difficoltà: si parla di contratti di lavoro, della condizione dei contadini, di scuola e di organizzazione sindacale. Dal 1907 le settimane sociali proseguono con regolarità sino al 1913, per poi riprendere dopo la Prima Guerra mondiale. Con la svolta autoritaria del regime fascista arriva la prima sospensione nel 1935, anno del massimo consenso popolare per Mussolini. Il lungo percorso di istanze, aspirazioni e idee maturate per decenni ed emerse dall’urgenza drammatica della guerra e dalla Resistenza, diventano vero e proprio progetto di umanizzazione, portando i cattolici italiani a conoscere, accettare e praticare la democrazia non solo come semplice meccanismo istituzionale, ma anche come metodo. Questo modo di intendere il processo di costruzione del consenso – legandolo alla pratica di relazioni sociali, economiche, culturali e politiche fondate sulla persona, sulla sua dignità e sulla sua cura – assume centralità significativa nell’incontro del luglio 1943 nel monastero di Camaldoli. 

La Settimana sociale, ripresa nel 1945 a Firenze sul tema Costituzione e Costituente, contribuirà a sostenere il contributo dei cattolici italiani alla redazione della nuova Carta Costituzionale della nascente Repubblica. Si apre così la fase della ricostruzione nazionale, in cui l’intensa opera di alfabetizzazione democratica svolta dai cattolici vede la presenza inedita delle donne che votano per la prima volta. Dal 1951 le settimane sociali sono guidate da un comitato permanente nominato dal Papa, di cui è presidente il Cardinale di Genova Giuseppe Siri. Il 1968 arriva come un terremoto: la settimana dei cattolici italiani di Catania viene interrotta dai giovani contestatori e nel 1970, senza preavviso, si decide di sospendere gli incontri. Una lunga interruzione durata sino al 1991, quando le settimane sociali vengono riproposte e rinnovate sotto la responsabilità dei Vescovi italiani, come strumento di ascolto e di confronto per affrontare le sfide, talvolta radicali, poste dall’evoluzione della società. Quest’anno la 50ma edizione sarà a Trieste dal 3 al 7 luglio per parlare di Democrazia: un percorso che oggi, in uno scenario in cui la forma democratica presenta segnali di crisi e corre rischi di involuzione, chiede di essere proseguito. Non più una settimana sociale dei cattolici italiani, ma dei cattolici in Italia, segno di apertura verso chi arriva da altri Paesi del mondo, cristiani e non solo. Occasione per guardare al lascito di questo lungo cammino senza nostalgie, per contribuire a pensare la democrazia in un mondo profondamente mutato e in cerca di nuove chiavi di lettura.

Giovanni Fois 
Responsabile Ufficio diocesano 
per la Pastorale sociale e del lavoro

Condividi
Titolo del podcast in esecuzione
-:--
-:--