Si fa presto a distorcere la realtà sociale
Come manipolare i numeri per confondere le menti
di Francesco Mariani

27 Ottobre 2024

4' di lettura

In buona o in mala fede anche con i numeri si può barare. Dipende da come li si calcola o li si legge. Lasciamo stare i sondaggi, specie quelli politici, che spesso e volentieri sono tarocchi. Si fa il nome delle società che li realizzano ma quasi mai quello di chi è il committente. Un silenzio non da poco. Se io sono il committente di un sondaggio sul gradimento dei miei vini è ovvio che i risultati li faccio pubblicare se sono positivi, mentre li tengo nel cassetto se sono negativi. Magari mi serviranno per cambiare rotta e migliorare ma di certo non lo faccio sapere. Ovvio anche che faccia di tutto (lascio a voi immaginare il come) per farli apparire positivi. 

I grandi committenti internazionali, quelli che intervengono su scala mondiale, finanziano non solo partiti e partitini in ogni dove; manipolano sondaggi ed orientano una politica e un pensiero fino a farlo diventare dominante. Si pensi alle scelte green o sessuali, alimentari ed educative. George Soros, plurimiliardario statunitense, non lo cita nessuno o quasi, ma finanzia anche formazioni politiche, economiche, sociali italiane. I soldi che arrivano da lui sono puliti mentre altri, ben più benemeriti, sono sporchi. 

Andiamo avanti sul come leggendo i numeri si possa travisare la realtà. Se uno ha una mensa per i poveri e dice di avere servito 6300 persone, in un anno, sta facendo un inganno. Se infatti i 20 pasti giornalieri sono destinati alle stesse venti persone (sempre le stesse!) nell’arco di un anno, corretto sarebbe dire che ho dato 6300 pasti non servito altrettante persone. Se in un anno ho fatto dono di cento bombole di gas non si può dire che ho aiutato cento persone se i destinatari erano sempre gli stessi dieci. Sarebbe come dire che a messa vengono 365 persone quando nella realtà giornaliera è una sola e sempre la stessa.

Proiettate questo in un contesto di partiti e sindacati. Grande manifestazione di piazza con 20mila persone! Le presenze, come si sa, vengono calcolate ad occhiometro ed ognuno, a seconda dei suoi interessi, le conta in libertà. Infatti i dati delle forze dell’ordine non coincidono mai con quelli dichiarati dai promotori dell’iniziativa. Cento diventa mille e mille diventa diecimila. Fino ad arrivare, negli anni scorsi, alla cifra cerebrolesa di due milioni di manifestanti Cgil al Circo Massimo, a Roma! Buona parte di questi manifestanti lo fanno quasi di professione, li trovi di “qua e di là” si direbbe parafrasando una canzone di Vecchioni che parlava della stessa collana i cui grani erano caduti per terra.

Prendete in esame i dati regionali su occupazione, sanità, turismo, eolico ed agroalimentari. Su contu non bi torrat. Non si trova una fonte statistica o di sondaggio che coincida con l’altra. Della stessa moneta uno vede un lato e un altro l’altro, a seconda delle convenienze e degli intrecci ideologici/clientelari. Certo, c’è l’Istat, l’istituto nazionale di statistica, che raffigura la realtà in modo più corretto, non nell’impossibile perfetto. Ma i suoi dati vengono spesso e volentieri stravolti, usati secondo il proprio comodo.

Ma sorridiamo infine ricordandoci la poesia di Trilussa sulle statistiche e sondaggi (allora erano agli albori): Me spiego: da li conti che se fanno/ seconno le statistiche d’adesso/ risurta che te tocca un pollo all’anno:/ e, se nun entra nelle spese tue, / t’entra ne la statistica lo stesso/ perch’è c’è un antro che ne magna due.

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