13 Luglio 2023
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La comunicazione, lo si dovrebbe sapere, ha le sue regole; perciò è comprensibile che l’aver designato col titolo “Nuoro città dell’Einstein Télescope” ciò che si definisce “primo Forum della comunità cittadina” a sostegno di questa straordinaria opportunità, abbia suscitato la risentita presa di posizione del sindaco di Lula. Il quale, in una intervista dai toni forti a La Nuova Sardegna, ha rivendicato il primato della sua comunità (e della sua amministrazione) nell’aver manifestato un pronto interesse per l’eventuale designazione della miniera di Sos Enattos quale sede, a livello europeo, per il progetto dell’Einstein Télescope.
Su questo, da ormai un decennio, Lula (col sindaco Calia in prima fila) ha investito la sua idea di futuro, ben consapevole che si tratta di una iniziativa che coinvolge l’interesse dello Stato Italiano e della Sardegna tutta, oltre che del suo territorio. È dunque legittimo che Lula rivendichi questo primato. Sarebbe oltre che legittimo, certamente opportuno e necessario che l’intero territorio del Nuorese, a partire dal comprensorio Lula-Bitti-Onanì, sia pienamente coinvolto nel sostegno concreto a tale progetto. È perciò utile che iniziative di sensibilizzazione e di divulgazione delle conoscenze basilari su Einstein Télescope coinvolgano una pluralità di soggetti e di interessi, purché chiaramente finalizzati e armonizzati all’unico fine: sostenere con determinazioni questo importantissimo obiettivo.
Dunque, volendo mettere le cose nel loro ordine più corretto, il Forum che ha (forse) causato la tensione avrebbe dovuto titolarsi come il comitato che lo promuove:” Nuoro per l’Einstein Télescope “… e non “Nuoro città dell’Einstein Télescope”, evitando così la reazione giustamente risentita dei Sindaco di Lula.
Questione nominalistica?
Non direi, considerate le sempre più frequenti dichiarazioni di politici locali miranti a rivendicare primogeniture. Siamo difronte alla solita, imbarazzante, corsa ad attribuirsi meriti impropri ed inesistenti, magari in vista di possibili “incassi” elettorali.
Piuttosto che una gara di protagonismo e di opportunismo, sarebbe utile una forte intesa del territorio per la messa a punto di un’offerta di servizi di qualità, da aggiungere alla contribuzione richiesta allo Stato e alla Regione, ed al supporto delle Università sarde e nazionali. Non serve invocare unità, come fa l’amministrazione del capoluogo, quanto promuovere l’unità del territorio attraverso un piano coordinato di concreta cooperazione.
Potremmo chiamarlo “protocollo”: un protocollo fra tutte le amministrazioni e i soggetti pubblici disponibili che, d’intesa e col sostegno della Regione, promuova un piano di azioni concrete, distribuite secondo competenza, e che tenga conto degli interessi diffusi, fra cui trovare il giusto equilibrio.
La città di Nuoro, ad esempio, dovrebbe qualificare meglio le sue specializzazioni: un sistema bibliotecario da modernizzare e riportare a livelli di eccellenza; un sistema culturale aperto e affrancato dalle ormai solite “vie del folklore”, imperniato anche sull’offerta museale della città e del territorio; una Università che recuperi una chiara vocazione scientifica; un sistema sanitario restituito all’efficienza; un sistema di trasporti calibrato sulle esigenze della potenziale nuova utenza.
D’altra parte, se la città di Nuoro e i paesi coinvolti di fatto nel progetto Einstein Télescope non sapranno articolare una valida offerta culturale e di servizi adeguati alla nuova utenza, è probabile che questa si rivolga altrove, verso poli relativamente più forti e meglio attrezzati. Dobbiamo mettere in conto che c’è una “competizione di fatto” con centri in cui la qualità della vita si presenta più vantaggiosa.
Dunque, bisogna, con fatti concreti (servizi) e non proclami, assicurare ai tre comuni direttamente interessati, a Nuoro e al Nuorese, un vantaggio competitivo, non solo naturalistico. Abbiamo il sacrosanto diritto ad affermare il nostro ruolo primario, di territorio di riferimento, in questa importantissima intrapresa, ma dobbiamo uscire dalle istanze generiche e dalla misera competizione interna fatta di estemporaneità, di proclami e appelli. Occorre un “protocollo” concreto, altro che medagliette da appuntarsi al petto! Ricordiamo il caso triste della candidatura di Nuoro (… in solitudine!) a Capitale italiana della Cultura: una sconfitta bruciante da cui dovremmo trarre tutti gli opportuni insegnamenti, prima che la storia si ripeta.