2 Marzo 2023
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Nuoro - In occasione del 150° anniversario della nascita della scrittrice e premio Nobel nuorese Grazia Deledda, Nuoro è stata inondata nella parte centrale della città di cartelloni con le gigantografie delle copertine dei libri da lei scritti durante tutto l’arco della sua vita. Sulla parte alta di ogni cartello compare in bella evidenza la data “28 settembre 1871 – 28 settembre 2021”, dando quindi per scontato che il 28 sia il giorno effettivo della sua nascita.
Sicuramente chi ha attinto le informazioni e fatto stampare la data del 28 settembre ha consultato il registro dello stato civile del comune di Nuoro nel quale il padre della scrittrice, Giovanni Antonio Deledda, a distanza di tre giorni dalla nascita, dichiara di fronte al sindaco, l’avvocato Salvatore Maria Pirisi Siotto, di voler registrare la nascita di una bambina nata alle due antimeridiane del 28 settembre 1871 da sua moglie Francesca Cambosu nella casa sita nel rione “Sa Concia” e alla cui bimba intendeva dare il nome di Grazia.
Contrariamente a quanto dichiarato dal padre di fronte all’ufficiale di stato civile del comune di Nuoro, nell’atto di battesimo officiato il 28 settembre 1871 dal vicario del vescovo Demartis, il canonico Silvestro Coronas, viene annottato che la bimba di nome “Grazia” è nata ieri alle 8 pomeridiane, quindi il giorno 27. Chiunque, esaminando i due documenti, quello del vicario e quello del padre, riterrebbe sicuramente più affidabili le dichiarazioni fornite dal padre perché persona più vicina e informata della famiglia.
A questo proposito sono necessarie alcune chiarificazioni: l’atto di battesimo è firmato dall’officiante canonico Silvestro Coronas ma a ben guardare la grafia di chi lo ha redatto materialmente è diversa. Si tratta infatti della stessa grafia che troviamo negli atti di battesimo precedenti e successivi a quello di Grazia Deledda e corrisponde a quella di don Sebastiano Cambosu, fratello della madre della scrittrice. È quindi evidente che è stato lui a stilare il documento che poi è stato firmato dal canonico Coronas in quanto officiante il battesimo. Questo è facilmente verificabile dalla disamina degli atti di battesimo succitati conservati presso gli archivi della Curia Vescovile di Nuoro.
Don Sebastiano Cambosu, come afferma Grazia Deledda in Cosima, era sempre il primo ad arrivare a casa Deledda in occasione di avvenimenti importanti. A maggior ragione, in occasione della nascita della nuova nipote, era stato sicuramente informato dalla sorella e dalla domestica Nanna che aveva assistito al parto, di come e quando fosse venuta al mondo la bambina, premurandosi, stante la grande mortalità infantile dell’ottocento, di far officiare il sacramento del battesimo il più in fretta possibile per purificarla dal peccato originale e inserirla a pieno titolo nella comunità cristiana. La scelta di impartire il battesimo, visto che don Sebastiano Cambosu per questione di opportunità non poteva, cadde su un ministro della chiesa di una certa importanza e chi, dopo il vescovo, se non il vicario del vescovo, il canonico Silvestro Coronas?
Dal libro Cosima veniamo a sapere che questo prelato, un lungo e nero asceta taciturno, abitava assieme ad una giovane ed intelligente nipote nella vecchia casa con cortile delimitato da un alto muro, di fronte all’abitazione della famiglia Deledda. A fianco sorgevano le abitazioni del fratello e delle sorelle del padre di Grazia, quella di don Ignazio e quelle di Paolina e Tonia Deledda.
Indubbiamente, stante la vicinanza delle famiglie Deledda e le informazioni da loro assunte oltre a quelle della domestica Nanna e della puerpera, l’atto di battesimo con l’annotazione che la bambina è «nata ieri, 27 settembre 1871 alle ore 8 pomeridiane» ha il sigillo importante di due personalità di rilievo, il sacerdote Sebastiano Cambosu e il vicario del vescovo, canonico Silvestro Coronas, uomini di chiesa decisamente affidabili.
Un altro fattore che propende a favore di quanto riportato nel documento di battesimo è che la scrittrice ha sempre dichiarato che il giorno del suo compleanno era il 27, il giorno dopo la festa dei santi Cosma e Damiano, cui la famiglia era devota, che si celebra il 26 settembre.