Tari e tarantella ballatela e cantatela
di Redazione

21 Dicembre 2020

2' di lettura

Come una cambiale, ai cittadini nuoresi è arrivato il modello di pagamento unificato della T.a.r.i – Tributo Servizio Rifiuti anno 2020 dove al contribuente viene indicato l’importo da corrispondere o in unica soluzione oppure, “bontà loro”, in quattro rate a scadenza mensile. In calce alla lettera ad indirizzo del contribuente, la firma virtuale del dirigente del Settore 1 Gestore delle Risorse e una postilla incorniciatadentro un rettangolo che recita: “Per qualsiasi informazione il personale dell’Ufficio Tributi è a disposizione di tutti i cittadini nella sede di via Dante 44, Ufficio Tributi”, a seguire il numero di telefono 0784/216734 e l’orario sportello: tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 12.30 previo appuntamento via email a seguire diversi indirizzi e-mail normale o certificata. Purtroppo,chi come la sottoscritta ha avuto necessità dirivolgersi ai responsabili del settore per urgentichiarimenti, si è imbattuto ripetutamente in un muro di silenzio in quanto tutti i telefoni eranoaffetti da mutismo e poiché si tratta di soldi che il cittadino è costretto a sborsare anche in questomomento di grande difficoltà, ci sarebbe tanto ma proprio tanto motivo di perdere bene le staffe. Il centralino squillava a lungo fino allo sfinimento, oppure dava segnale di occupato precludendo ogni possibilità di interloquire con chicchessia,allo stesso modo i telefoni interni del settore, compreso quello dell’ufficio della responsabile. Perfino il telefono della segreteria del Sindaco squillava a vuoto. Mettersi in contatto con qualcuno? Impossibile, niente da fare. Vorrei ricordare a questi signori asserragliati nel fortino civico che i loro stipendi vengono pagati anche grazie a tutti i contribuenti che come la sottoscritta pagano regolarmente le tasse, si sottopongono a file estenuanti per potere essere ricevuti e ne hanno abbastanza di queste gabelle comunali criptate. Hanno diritto a tutte le attenzioni del caso. Allora mi chiedo: “È colpa del Covid-19 oppure trattasi di una mala consuetudine che si è incancrenita nel tempo con la tacita connivenza di chi è preposto a vigilare affinché le cose vadano per il verso giusto?”. © riproduzione riservata

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