Don Chisciotte lotta contro i mulini a vento, da Storie di Don Chisciotte (1910), illustrazione di G. A. Harker
Transizione energetica o speculazione energetica?
di Giuseppe Pinna

6 Agosto 2024

5' di lettura

Quello della transizione energetica e l’uso di energie rinnovabili si sta dimostrando un tema sempre più caldo: i toni si accendono e forse le comunità stanno iniziando a prendere coscienza e senso di appartenenza identitaria non solo legata al proprio territorio ma all’intera Sardegna. Quella dell’energia resta comunque una materia molto complessa nella quale ci si deve districare tra un ginepraio di decreti, di leggi e di regolamenti: il cittadino si smarrisce mentre gli speculatori ci sguazzano. Per avere un quadro completo della situazione non si può prescindere dall’analizzare le varie norme che negli ultimi anni sono state emanate; dimostrando spesso anche una certa dose di lassismo e facilitando, dunque, la proliferazione selvaggia di richieste di nuovi impianti produttivi.

È di questi giorni la notizia che riguarda la moratoria decisa dalla Regione Sardegna (Legge 5 del 2024) sulla diffusione di impianti di energia da fonti rinnovabili ma anche l’emanazione del Decreto Aree Idonee per le rinnovabili entrato in vigore anch’esso ai primi di luglio. Proprio quello delle aree idonee e non idonee è un tema particolarmente sensibile nel quale si deve fare chiarezza. In principio è stato promulgato il Decreto Legislativo 199/2021 (Governo Draghi) sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili per il raggiungimento degli obiettivi europei di decarbonizzazione del sistema energetico al 2030 e di completa decarbonizzazione al 2050. Il citato D.Lgs affronta, in maniera articolata, vari aspetti ma quello sul quale ci interessa soffermarci è specificatamente l’art. 20: Disciplina per l’individuazione di superfici e aree idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili. Quest’articolo, con I suoi vari commi, è a mio avviso fondamentale per comprendere quello che sta accadendo ed anche dare una chiave di lettura alla moratoria della Regione Sardegna ed al Decreto del Ministro dell’ambiente sulle aree idonee e non. Quell’articolo stabiliva che entro centottanta giorni dall’entrata in vigore del D.Lgs il Ministro della transizione ecologica di concerto con altri ministeri, con appositi decreti, avrebbero dovuto stabilire principi e criteri omogenei per l’individuazione delle superfici e delle aree idonee e non  per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili. Non solo sono passati centottanta giorni ma siamo arrivati a ben 930, ma non basta. Il Decreto Aree Idonee del Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica non solo è arrivato con molto ritardo ma ha ribaltato la patata bollente alle Regioni: in pratica si demanda ad esse non solo la mappatura delle aree (come ci si attendeva) ma anche i criteri. 

Nel dettaglio, il Decreto ministeriale, oltre a stabilire dei criteri per l’individuazione delle aree idonee, ripartisce anche le quote di potenza da installare per ciascuna Regione e Provincia autonoma, con un obiettivo complessivo al 2030 di + 80 GW rispetto agli impianti già installati al 31/12/2020. La quota della Regione Sardegna è di circa 6 GW. Le Regioni per poter raggiungere i loro obiettivi avranno anche la possibilità di definire accordi con Regioni più virtuose in modo che parte della potenza non installata possa essere compensata da maggiori installazioni di altre regioni, tramite accordi di trasferimento. Il Decreto inoltre stabilisce che le Regioni individuino, entro centottanta giorni dall’entrata in vigore, le aree idonee e non. Nella disamina del Decreto Ministeriale, rispetto anche a quanto stabilito dal precedente D.Lgs 199/2021, appare chiaro che non c’è stato un dialogo concreto tra Governo e Regioni nell’individuare di criteri omogenei per l’individuazione delle aree idonee con il pericolo di creare disarmonie. Visto il D.Lgs 119/2021 e l’ultimo Decreto del Ministro dell’Ambiente si dovrà comprendere come si collocano le norme emanate dalla Regione Sardegna con la Legge 5 del 2024 (oramai chiamata Legge Moratoria) in quanto bisognerebbe capire se la stessa blocca, momentaneamente, solo la realizzazione oppure blocca anche gli iter autorizzativi. Nel frattempo, in Sardegna, si verificano costantemente nuove richieste di concessioni per impianti e parchi eolici, soprattutto da società che fanno capo a multinazionali straniere: questo fa legittimamente sospettare ad una sorta di speculazione energetica e finanziaria.

Per avere un dato aggiornato è sufficiente andare nel sito internet di Terna e visionare le domande di connessione alla rete che sono state presentate: al 30/06/2024 sono 824 per complessivi 54,39 GW. Altrettanto esaustivo è il portale del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica dove invece sono presenti e visionabili tutti gli iter autorizzativi. Non dobbiamo farci ingannare dall’elevato numero di richieste: buona parte di queste non andranno a buon fine ma per chi presenta le domande vale anche il detto che chi prima arriva meglio alloggia.

Deve essere chiaro che anche per noi è importante una transizione energetica, non solo per la tutela dell’ambiente ma anche per una rinascita dell’economia sarda: quante industrie hanno chiuso negli ultimi decenni proprio per il problema del costo energetico. Quello che oggi preoccupa è che questa transizione energetica viene percepita come un’esproprio di quanto prodotto dal sole e dal vento: non a vantaggio delle popolazioni ma a beneficio solo di multinazionali che hanno come obbiettivo il mero profitto. 

A questo si aggiunga che anche la politica ci mette del suo: al posto di mettere al centro gli interessi dei sardi assistiamo, quotidianamente, ad un rimbalzarsi di responsabilità tra chi c’era prima e chi governa oggi.

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