Il manufatto in bronzo
Una statua per ricordare don Franceschino Guiso Gallisai
di Redazione

26 Ottobre 2024

3' di lettura

A Nuoro, e non solo, le iniziative imprenditoriali volute don Franceschino Guiso Gallisai e, poi, da suo figlio don Pietrino, sono state una rivoluzione seppure caduta nell’oblio della memoria troppo corta.  

I Guiso Gallisai sono una famiglia di nobile origine spagnola sia da parte paterna che materna. I Guiso erano baroni di Orosei e i Gallisai di Mamoiada. Capiscono i segni dei tempi, della fine dell’era feudale e la necessità di avere un futuro diverso. Una scommessa anomale ed incompresa. La Nuoro della seconda metà del XIX secolo era un paesino di neppure 4000 abitanti. Non fosse stata sede vescovile contava meno di Galtellì. Notai e dazieri, emanazione del potere politico e della burocrazia, erano i veri padroni. Salvatore Satta, nel Giorno del giudizio, la rappresenta come un «paese che non ha ragione di esistere e che ignora la storia, dove vivono di fantasmi tanto inutili quanto dannosi per aver commesso il peccato di essere vivi».

La dinastia dei Guiso Gallisai nasce a metà dell’Ottocento con il matrimonio di donna Antonia Gallisai di Nuoro con don Pietro Guiso dei già baroni di Orosei. Donna Antonietta Gallisai, rimasta giovane vedova, è il lievito di quest’avventura industriale. Don Franceschino (1859- 1933), unico figlio di donna Antonietta e di don Pietro, dopo il diploma conseguito al tecnico industriale di Sassari, spintovi dalla madre, diventa unico erede di un immenso patrimonio. Con lui nascono le prime industrie nuoresi: il molino per cereali, il famoso Su molinu, il pastificio di pasta secca, la fabbrica del ghiaccio, la peschiera di Orosei, gli impianti idroelettrici del fiume Cedrino.

Altre attività industriali saranno le miniere di talco di Orani, la fabbrica di ceramiche, la ventilazione del talco in località Biscollai, la produzione di quarzo feldspato, l’azienda agricola di Santu Martine in Baronia, i cine-teatri Eliseo e Giardino. 

Per ricordare e ringraziare don Franceschino, pioniere sul campo economico e sociale, sabato 26 ottobre, alle 16.30 sarà inaugurata, in piazza San Giovanni, una statua in bronzo, molto realistica. Commissionata dai suoi eredi e donata al Comune, è stata realizzata dallo scultore Giancarlo Buratti. Lui lavora a Pietrasanta, fucina di artisti (vi andava anche Costantino Nivola) e giustamente indicata come Via del Marmo. Per sistemare la statua si è dovuto attendere due anni prima di ottenere tutte le autorizzazioni burocratiche, specie del Comune.


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