In concerto (photo by marialuisacongiu.it)
Una voce per l’Isola e per Maria
Maria Luisa Congiu: gli esordi a Oliena, lo studio delle tradizioni, i riconoscimenti
di Lucia Becchere

2 Febbraio 2023

4' di lettura

Padre di Oliena e madre romana, Maria Luisa Congiu ha respirato fin da piccola la musica in famiglia, incoraggiata a coltivare la sua passione da genitori che amavano il canto e, da emigrati, sempre partecipi agli incontri musicali dei sardi. Nel paese del Corrasi, ancora bambina prende parte al festival della Madonna di Monserrata e quando a 18 anni rientra definitivamente ad Oliena, l’incontro con Pasqualino Puligheddu, compositore e musicista di talento, è determinante per entrambi che faranno del canto una professione. Da autodidatta studia le tradizioni popolari, la lingua attraverso i poeti estemporanei e classici, non solo a tavolino ma anche dal canto a tenore e chitarra nelle gare dei poeti. Per la composizione dei brani si accompagna in maniera amatoriale al pianoforte curando personalmente gli arrangiamenti.

«Il canto – racconta – è un’estensione dell’anima che mi permette di esprimere ciò che provo. Mi dà la possibilità di condividere le mie emozioni col pubblico verso il quale nutro il massimo rispetto e quando sono sul palco cerco di dare il massimo».

Primo concerto a diciotto anni, canta da professionista da circa 30, compone le musiche e i testi che esegue.

Quella bambina che sapeva cantare, oggi è un’imprenditrice, ha la sua band e sceglie con perizia musicisti e collaboratori. Docente di lingua, cultura e identità sarda in diverse scuole civiche, ha creato numerosi laboratori e seminari di canti popolari per valorizzare la Sardegna attraverso varie espressioni musicali intrise di temi sociali e religiosi. Ideatrice, autrice e direttrice del progetto Cantos de Lughe, ha al suo attivo oltre 110 pubblicazioni discografiche. Ha collaborato con Antonella Ruggiero, Ivana Spagna e ha duettato con Roberto Vecchioni e gli Istentales. Con la regia di Alessandro Arrabito e la collaborazione di Clara Farina si è affacciata anche al mondo teatrale sardo. 

La Coldiretti le ha conferito il Premio Feminas 2022 – Categoria Arte e Spettacolo – «per essere diventata con la sua arte e il suo talento un grande orgoglio sardo, esempio per i giovani artisti, affermandosi con successo in ambito internazionale». Impossibile elencare i suoi innumerevoli riconoscimenti, ricordiamo il Premio Maria Carta, Tela della pace, Ambasciatrice delle donne della minoranza curda, Premiu a s’Istima-Soha de oro, Amica della città di Assemini, Cittadina illustre di Oliena, Premio Categoria Oro.

La Fitp (Federazione italiana delle tradizioni popolari), che ha dedicato a Giovanni Paolo II un libro di canti mariani rappresentativi per ogni regione – per la Sardegna il Deus ti salvet Maria di Bonaventura Licheri -,  ha voluto inserire nel testo anche il suo canto Perdonanos, una preghiera, un elogio alla Madonna, umile madre di tutti noi, alla quale Maria Luisa è molto devota, «per la sua musica particolarmente raffinata e perché nulla chiede se non il perdono alla Madonna, Donna e Madre, per il dolore inflitto a Lei e al Figlio». «Con questo inno – sottolinea l’artista -, la nostra è stata l’unica regione ad essere rappresentata con due canti mariani».

Oggi Maria Luisa Congiu, madre di 4 figli e di recente nonna di una bambina, manda avanti l’officina appartenuta al marito scomparso nel 2020, mentre la sua terzogenita, Grazia – diploma al liceo musicale -, muove con successo i primi passi nel mondo della musica. 

«Ogni istante sento di onorare mio marito – conclude -. Se oggi sono l’artista che tutti conoscono, è merito suo. Alla fine di ogni mio concerto chiedo per lui l’ultimo applauso affinché il suo ricordo resti vivo nel cuore di quanti lo hanno amato». 

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