20 Febbraio 2021
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«Assistiamo interdetti all’ennesima fase pandemica gestita in modo alquanto discutibile: la campagna vaccinale». La denuncia arriva dal coordinatore territoriale della Fp Cisl Gorgio Mustaro che in una nota attacca la Regione. «L’Ats, ora Ares – scrive Mustaro – era stata creata per garantire ovunque uguali livelli di assistenza. Ed invece sta succedendo che anche i vaccini vengono fatti in maniera pasticciata. Ci sembra che, di fatto, ogni Area Socio Sanitaria Locale si stia muovendo autonomamente senza una regia unitaria. Quale sia la logica che muove il piano vaccinale regionale non è chiara. Si annuncia la prenotazione tramite il Cup e subito dopo si comunica che il sistema non è ancora pronto. Viene garantito un programma che prevede che i primi saranno gli ultraottantenni, gli operatori sanitari, gli ospiti delle case di riposo, e, a seguire, le forze dell’ordine, i volontari, i soggetti fragili. Ma nei fatti si assiste ad una distribuzione non omogenea, per cui in ogni area succede una cosa diversa dall’altra. I medici di famiglia che in questa fase dovevano finalmente entrare in gioco per velocizzare le iniezioni al braccio, ancora una volta vengono esclusi dal sistema sanitario Covid». Quella che, secondo Mustaro, poteva essere l’occasione «per invertire la tendenza e per offrire ai cittadini un’immagine diversa, ricreando la necessaria fiducia fra sistema sanitario e popolazione si è tradotto nell’ennesimo flop. In tutto questo nulla si muove di concreto sull’annunciato abbattimento delle liste d’attesa e su una efficace ripresa delle visite ordinarie che ormai registrano ritardi vergognosi. Mentre i sardi – conclude il coordinatore territoriale di Fp Cisl – guardano disorientati questa gestione poco chiara il virus mostra i denti con le diverse varianti e con una maggiore aggressività». © riproduzione riservata